Compravano gioielli di scarso valore in paesi asiatici e, grazie alle televendite, li rivendevano in Italia spacciandoli come ottimi investimenti. Gli alti guadagni venivano poi reinvestiti in attività di vario genere e in immobili, tra cui una lussuosa villa a Lugano.
Stando a quanto anticipa il Corriere del Ticino, l’inchiesta, avviata tre anni fa, vede indagate 23 persone, tra cui un 70enne italiano fondatore della società che, secondo gli inquirenti genovesi, si occupava di rivendere i monili durante aste televisive.
Un raggiro ben congeniato, se si pensa che sono state sequestrate otto società, sette gioiellerie e compro oro, 34 conti correnti, 16 immobili, 11 tra auto e moto, per un valore complessivo di 10 milioni di euro. I reati contestati sono: associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di truffa contrattuale, frode in commercio aggravata, ricettazione, riciclaggio e reimpiego di denaro e beni di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori.
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