Il Consiglio di Stato ticinese autorizza l'abbattimento di un lupo in Val Rovana. Lo ha deciso nella sua seduta di mercoledì. La decisione è immediatamente esecutiva e pubblicata sul Foglio ufficiale, ma un ricorso è possibile. L’autorizzazione ha una validità di 60 giorni dalla pubblicazione della decisione e l’esecuzione è assegnata ai guardacaccia dell’Ufficio della caccia e della pesca.
I grandi predatori, ricorda in un comunicato, sono protetti e quindi non cacciabili. Tuttavia, il diritto federale autorizza l'uccisione di singoli esemplari che causano danni rilevanti agli animali da reddito.
Una settimana fa il Governo aveva deciso di "proseguire con ulteriori approfondimenti giuridici sulle modalità di applicazione delle normative in vigore a livello federale, modificate di recente" per tener conto della "particolare realtà agricola del contesto territoriale cantonale". Una decisione bollata come "inaccettabile e inconcepibile" dall'Unione dei contadini ticinesi, che parlava di una "situazione estremamente grave" e di un rischio di chiusa per le aziende di allevamento di montagna.
Il punto sui lupi in Valle Maggia
SEIDISERA 11.05.2022, 20:36
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Gli episodi di predazione più recenti, che già il primo maggio avevano fatto dire all'UCT che gli esemplari problematici vanno abbattuti, sono quello citato di Cerentino, in Val Rovana per l'appunto, e di Novazzano. Nel caso valmaggese erano stati 19 i capi presi di mira dal predatore il 26 aprile, il secondo episodio nel villaggio dopo quello di fine marzo. Questo aveva spinto gli allevatori a una plateale protesta: le carcasse di diversi ovini erano state trasportate a Bellinzona e abbandonate davanti a Palazzo delle Orsoline.
A mente del Governo, i 19 capi possono essere imputati al contingente per l'abbattimento, anche se non protetti adeguatamente. Viste le difficoltà del territorio (pendii scoscesi, continui terrazzamenti, estrema parcellizzazione e dispersione delle superfici,...) le misure di protezione non sono infatti esigibili, perché tecnicamente irrealizzabili e economicamente insostenibili.
Pecore sbranate in piazza
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Nel Mendrisiotto, invece, l'attacco era stato constatato il 12 aprile e reso noto il giorno seguente. La conferma che si trattava di un lupo era giunta dal DNA a inizio maggio. Il predatore non era mai comparso così a sud in Ticino ma si trattava probabilmente di un animale di passaggio, la cui presenza nella zona non è più stata segnalata in seguito.
Alcuni degli ovini predati a Novazzano
Si calcola che si aggiri in territorio ticinese circa una decina dei 150 esemplari presenti sul territorio nazionale. Il cantone maggiormente interessato dalla diffusione del lupo è quello dei Grigioni, dove vivono diversi branchi.
Il diritto federale, conclude il Governo cantonale, "non risolve in modo soddisfacente il conflitto tra le esigenze di tutela del lupo in quanto specie protetta e le peculiarità dell’attività d’allevamento di montagna, in Ticino, in cui si rivela problematico mettere in atto le misure di protezione richieste."
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