C’è una malattia che può avere conseguenze gravissime: è l’epatite C e può portare anche al cancro o alla morte. C’è una nuova terapia che può guarire completamente chi è affetto da questo virus: funziona in 9 casi su 10 e non ha effetti collaterali rilevanti. Tutto bene, quindi. O no?
La buona notizia, infatti, non è per tutti: perché la Gilead, la società farmaceutica americana che ha messo sul mercato questi nuovi farmaci, è ben cosciente di quanto siano importanti per chi è malato e per la salute pubblica. E ha pensato bene di spremere al massimo le assicurazioni malattia per massimizzare i profitti: così acquistare i nuovi farmaci Sovaldi e Haroni per portare a termine la terapia di 12 settimane costa tra 48mila e 50mila franchi: un vero salasso! Senza contare che in India vendono un generico la cui cura costa 1000 fr.
Per questa ragione, l’Ufficio federale della sanità pubblica raziona le terapie: solo i malati con un’epatite C a uno stadio più avanzato hanno diritto alla cura. Per gli altri,
bisogna aspettare… un aggravamento della malattia, altrimenti la cassa malati non sborsa un centesimo. Ma come è possibile? Al servizio segue la discussione in studio con il dott.
Enos Bernasconi, primario malattie infettive dell’Ospedale civico di Lugano.
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"Epatite C, pillole a peso d'oro" di Karin Grförer adatt. Paola Leoni (Patti chiari, 6.05.2016)
RSI Inchieste andate in onda 06.05.2016, 23:51
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