Puzze da incubo!

Immaginate di abitare in una casa con le finestre sempre chiuse e le tapparelle abbassate. Oppure di avere un bel giardino con un tavolo di sasso che non potete utilizzare. E ancora: di volere stendere i panni all’aperto ad asciugare ma di dovervi rinunciare. Il motivo? Odori nauseabondi che non vi danno tregua.

È la situazione in cui si trovano alcuni cittadini che hanno raccontato a Patti chiari il loro incubo quotidiano. Un incubo che in alcuni casi va avanti, non da settimane e nemmeno da mesi, ma addirittura da anni. Eppure i malcapitati non sono rimasti con le mani in mano: hanno scritto alle autorità, telefonato, raccolto firme e inoltrato interrogazioni… Poco o nulla, però, si è mosso. E a loro, non potendo andarsene, non è rimasta altra scelta che tapparsi il naso e convivere con le famigerate puzze.

A causare queste emissioni moleste sono ditte di compostaggio, imprese edili e aziende di pavimentazione che dicono di aver fatto tutte il possibile per limitare le puzze e che non vogliono saperne di cercare una nuova ubicazione o di cessare attività che pure non rispettano le norme. Indagando, abbiamo infatti scoperto che in alcuni casi queste ditte non hanno mai ricevuto una regolare licenza edilizia e sono perciò del tutto abusive.

Com’è possibile che le autorità tollerino queste situazioni? Quali sono le loro giustificazioni? Sono le domande che
Alessandra Nosera, Isabella Mossi e
Christian Barudoni, cittadini confrontati quotidianamente con emissioni moleste (puzza, polvere, rumore) hanno posto nel nostro studio a
Giovanni Bernasconi, capo della Sezione protezione aria acqua e suolo,
Mario Branda, sindaco di Bellinzona e al municipale di Rivera
Giulio Foletti .

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