Un miliardo e trecento milioni di franchi di perdita nel quarto semestre, per un totale di 7,3 miliardi nell'intero 2022: il Credit Suisse resta in rosso dopo aver annunciato a fine ottobre il taglio di 9'000 impieghi nel mondo, di cui 2'700 già entro la fine dello scorso anno.
Significa che le misure adottate non bastano? Non è proprio così: anzi, proprio "i costi di ristrutturazione incidono sul risultato, e la banca avverte che incideranno anche nel 2023 per 1,6 miliardi di franchi e nel 2024 per un altro miliardo", spiega Marzio Minoli della redazione economica della RSI. "Ma non è solo questa la causa del brutto risultato. Le attività di investment banking sono ancora state importanti nel 2022 e le condizioni dei mercati, pesantemente condizionate dagli avvenimenti internazionali, e di conseguenza economici, hanno contribuito al risultato. I ricavi dall’investment banking sono scesi del 50%, contribuendo al calo del 35% dei ricavi a livello di gruppo. Senza dimenticare i 123 miliardi di franchi di fondi dei clienti che se ne sono andati. Soldi che non rendono più quindi".
"La trasformazione verso un nuovo Credit Suisse richiederà del tempo", analizza Andreas Venditti della Banca Vontobel, intervistato da Keystone-ATS, per quanto l'istituto stesso abbia comunicato - insieme alle crude cifre - che essa procede rapidamente. L'abbandono di alcune attività fa prevedere che anche l'anno in corso si chiuderà nelle cifre rosse, cosa nota già da qualche mese.
Quanto tempo ci vorrà perché la banca si rimetta in sesto? Visto che i tagli di personale annunciati proseguiranno fino al 2025, secondo Marzio Minoli "si può ragionevolmente presumere che dal 2026 la banca possa essere a pieno regime". Ci vorrà ancora qualche anno prima che "la nuova strategia, la quale, ricordiamo, punta sulla gestione patrimoniale, dia i suoi frutti".
La posizione della banca è solida? In novembre gli azionisti hanno dato il via libera a un aumento di capitale da 4 miliardi di franchi e per Minoli, questo è un punto molto importante da sottolineare: "I parametri che per legge devono essere rispettati, quelli che indicano quanto il capitale della banca possa far fronte alle perdite, sono solidi. La banca, tecnicamente potrebbe assorbire perdite ben maggiori che non i 7 miliardi di quest’anno. Ora la nuova strategia punta su un settore molto meno rischioso, ovvero la gestione patrimoniale, quindi il capitale proprio sarà messo meno sotto pressione, rendendo Credit Suisse ancora più solido di quanto sia in questo momento".
Nel contempo, però, gli averi in gestione sono calati di circa un quarto nel corso dell'ultimo anno, da 1'632 a 1'294 miliardi di franchi, per effetto dell'evoluzione del mercato ma anche di un deflusso di capitali pari - come indicato in precedenza - a 123 miliardi.
Cosa significa questo per la banca? La sua importanza ne esce ridimensionata in Svizzera/nel mondo? "La banca" - risponde Minoli - "ha chiaramente detto di volersi ridimensionare, di voler diventare, e qui cito il CEO Ulrich Körner, “stabile e semplice”. Quindi sì, ci sarà un ridimensionamento ma sarà voluto, sarà parte della nuova strategia. Questo non vuol dire che diventerà meno importante. Non dimentichiamo che l’unità Banca Svizzera del gruppo è quello che negli ultimi cinque anni ha sempre portato risultati, non buoni, ma ottimi. Per quel che riguarda il resto del mondo, la battaglia contro i giganti di Wall Street è persa, ma il nome Credit Suisse continuerà ad avere il suo peso. La cultura bancaria svizzera nella gestione dei patrimoni è sempre un valore aggiunto non da poco".
RG 12.30 del 09.02.2023 L'intervista a Ulrich Körner
RSI Info 09.02.2023, 13:43
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Il CEO Körner: "2022 inaccettabile, ma i tempi stanno già cambiando"
"Stabile e semplice" sono parole che Ulrich Körner ha ripetuto anche nell'intervista concessa giovedì a SRF definisce "assolutamente inaccettabile" il risultato del 2022, che ha spinto i vertici della banca a lanciare in ottobre una nuova strategia da implementare sull'arco di "due o tre anni" e che sta "avanzando bene". Sul lungo periodo, afferma Körner, "la banca sarà molto redditizia e molto interessante per gli azionisti". Del deflusso di capitali subito lo scorso anno, inoltre, "l'85% è avvenuto in ottobre e novembre. Ma una volta presentata la nuova strategia abbiamo preso contatto con i nostri clienti" - spiega Körner - "tanto che nella sola Svizzera abbiamo svolto 50'000 colloqui. Tutto questo ha riportato fiducia e la prova è che in gennaio l'afflusso è stato maggiore rispetto al deflusso. Questo mi permette di affermare che la situazione è già molto cambiata", conclude il CEO.