In un campo base, non lontano dal villaggio di Brin nella regione della Casamance in Senegal, un gruppo di tecnici sminatori è al lavoro nel fitto della foresta. Fatou Diaw, 38 anni, sta preparando la sua attrezzatura vicino a una jeep dell’ONG internazionale Humanity & Inclusion, con una sede a Ginevra. La giovane donna si concentra prima di entrare nella cosiddetta zona rossa contaminata: "È"un processo molto delicato e va fatto in equipe".
Fatou è stata tra le prime due donne a svolgere il mestiere di sminatrice sul campo nel paese. La sua storia è legata a quella di questo territorio, una fertile regione teatro di una ribellione indipendentista scoppiata 40 anni fa che ha visto contrapposti il governo di Dakar e i miliziani dell’MFDC, ed è considerata ormai il più vecchio conflitto armato ancora attivo in Africa. Fatou come molti ha perso un cugino su una mina ed è stata anche rapita dall’MFDC nel 2013 assieme a dei colleghi, ma tutto questo non l’ha fermata: "Dobbiamo pulire tutto. Finchè ci sarà una sola mina i nostri figli non saranno al sicuro".