Cernobyl è un mondo a parte. Lo era nel 1986 – quando il reattore numero 4 della centrale nucleare esplose a causa di un incidente – e continua a esserlo oggi.
Da tragedia nazionale, Cernobyl si è trasformato in una grande risorsa economica. Una delle poche in un paese, l’Ucraina, attanagliato da una guerra civile e da una crisi economica senza precedenti. Negli ultimi tempi è infatti fiorito un nuovo business, quello dei tour nella zona di esclusione di Cernobyl dove da trent’anni è proibito vivere. E lo sarà per sempre perché la terra e l’acqua in quest’area non potranno mai essere totalmente decontaminate.
Un luogo turistico
Basta andare su internet per trovare decine di agenzie che offrono visite guidate – anche personalizzate – nella città fantasma di Prypjat, il centro abitato più vicino alla centrale nucleare che venne evacuato solo due giorni dopo il disastro. Dalle bambole gettate a terra alle mascherine antigas appese al soffitto: tutto lungo il percorso è preparato ad arte per impressionare i turisti. Turisti che per fare questa gita pagano più di 100 dollari a persona, ovvero il corrispettivo della metà di uno stipendio medio ucraino.
Cernobyl però non è solo turismo. Nella centrale, che è stata spenta definitivamente solo nel 2000, lavorano ancora migliaia di persone. Uomini e donne che vivono perlopiù a Slavutich, conosciuta come la città gemella di Prypjat. Fu infatti fondata a fine anni ’80 proprio per ospitare gli sfollati.
Oggi a pochi chilometri dal reattore numero 4, il cui nome fa ancora rabbrividire gli europei, si vive tranquillamente. Nessuno si preoccupa per la propria salute e per quella dei propri bambini che in questa città sono un terzo della popolazione.