Fra le votazioni in programma per il prossimo 13 giugno, spicca senz'altro anche quella concernente la legge che ha conferito una base legale alle varie ordinanze disposte dal Consiglio federale per affrontare la pandemia: misure volte a gestire l'emergenza sanitaria e a sostenere l'economia e il mondo del lavoro colpiti dalla crisi. Lo stanziamento di aiuti alle persone e alle imprese era stato dapprima disposto in ragione del diritto di necessità, la cui validità è tuttavia limitata a 6 mesi. Sullo sfondo degli sviluppi della crisi, e della necessità di prolungare i provvedimenti, il Governo li ha quindi inquadrati in un progetto di legge che è stato approvato dalle Camere lo scorso settembre. Contro la normativa è stato però promosso con successo un referendum.
L'impianto complessivo della legge
La legge ruota segnatamente intorno ai provvedimenti di natura economica decisi sull'onda della pandemia: dalle indennità per lavoro ridotto previste per un numero più consistente di lavoratori, fino a quelle per perdita di guadagno (corrispondenti nel 2020 ad un ammontare di circa 2,2 miliardi di franchi) e ai contributi della Confederazione agli aiuti disposti dai cantoni per le aziende maggiormente colpite dalle restrizioni. Il quadro normativo comprende quindi anche le norme sul sostegno finanziario alle imprese culturali e alle società sportive, impossibilitate, nelle circostanze della crisi, a organizzare manifestazioni, eventi e incontri agonistici. In materia di assistenza sanitaria la legge, in particolare, permette alla Confederazione di sostenere i costi dei test sul coronavirus e abilita il Governo a prevedere dispense dall'obbligo di omologazione per farmaci importanti.
Referendum sulla legge Covid-19: il video esplicativo diffuso dalla Cancelleria federale
Un "no" popolare alla normativa determinerebbe la decadenza della base legale inerente ai vari provvedimenti. L'applicazione della legge terminerebbe quindi il prossimo 25 settembre; ossia un anno dopo l'approvazione della normativa da parte delle Camere federali. Va comunque precisato che quasi tutte le norme della legge Covid-19 sono destinate in ogni caso a decadere alla fine del corrente anno.
Gli argomenti dei contrari
Il comitato che ha promosso il referendum contesta la necessità di questa legge e. sottolineando il primato della sovranità del popolo, sostiene che il Governo potrebbe ugualmente prestare aiuto, attraverso le ordinarie procedure parlamentari. La normativa in questione, affermano i contrari, è il risultato di una consultazione abbreviata ed è in vigore, oltretutto, poiché le è stato conferito carattere d'urgenza.
I promotori del referendum ritengono quindi che la legge, come altre definite urgenti in passato, possa poi essere prorogata a più riprese e a detrimento dei diritti del popolo. La stessa, inoltre, pur presentando aspetti positivi, ne prevede altri deleteri come, ad esempio, l'omologazione abbreviata dei vaccini.
La replica di Governo e Parlamento
Secondo il Consiglio federale e il Parlamento, la legge si configura come uno strumento di solidarietà e garantisce il coinvolgimento dei cantoni, delle parti sociali e delle Camere. Gli aiuti disciplinati dalla normativa, si sottolinea, sono stati e restano di natura vitale per più di 100'000 aziende e oltre un milione di persone. La pandemia, rammenta il Governo, ha determinato ha determinato la crisi più intensa, fra il sovraccarico del sistema sanitario e l'impatto sull'economia, dall'epoca della Seconda Guerra mondiale.
Un "no" alla legge Covid-19 farebbe quindi decadere la base legale su misure che potrebbero ancora rivelarsi necessarie. Una prematura interruzione degli aiuti erogati dallo Stato metterebbe a rischio posti di lavoro e destabilizzerebbe numerose imprese.
ARi
13 giugno, verso 5 sì
Telegiornale 07.05.2021, 14:30