La legge lo permette dall’inizio dell’anno ma sono solo un’esigua minoranza le donne che, sposandosi, hanno deciso di conservare il loro cognome. La pressione sociale resta forte e il ricorso al vecchio modello resta implicito. “Il cognome identifica una famiglia” o “È strano avere un cognome diverso dai propri figli” sono fra gli argomenti addotti da chi segue la tradizione.
La Confederazione pubblicherà dei dati non prima del luglio del 2014 e nel frattempo non tutti i cantoni dispongono di una statistica. Berna e Zurigo, per esempio, non ne hanno tenuta una. Vaud, Vallese e Giura calcolano che fra il 5 e il 10% delle donne abbia approfittato della possibilità offerta dalla nuova normativa per mettere i due sessi su un piano di uguaglianza. Si sale fino al 37% a Ginevra, cantone urbano e con una forte percentuale di stranieri, non sottoposti al diritto elvetico.
Tanto basta per parlare di “fallimento”, secondo il responsabile dello stato civile vodese, Jean-François Ferrario, mentre è più cauta Nicole Langenegger Roux, direttrice del segretariato vallesano per la parità dei diritti e la famiglia: “La legge non può imporre un modello, ma contribuisce a cambiare la società”. Si tratterebbe quindi soltanto di attendere.
ATS/pon
Gallery audio - Si preferisce il cognome del marito
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Il servizio di Mattia Serena
RSI Info 24.12.2013, 10:16