Il timore internazionale causato dalla presenza nell’aria di rutenio-106 proveniente dal sud degli Urali, rilevato anche a sud delle Alpi lo scorso ottobre, è stato confermato dal servizio meteorologico russo.
L’emissione della sostanza radioattiva era stata registrata, tra il 25 settembre il 7 ottobre nella stazione di misurazione di Argayasch della regione di Celjabinsk al confine con il Kazakistan, con un valore di 986 volte più alto di quello consentito.
Il regolatore del complesso nucleare russo Rosatom in seguito alle analisi richieste dall'organizzazione ambientalista Greenpeace dichiara di non essere responsabile di tali emissioni.
Le tracce di rutenio 106 avevano raggiunto oltre al Ticino (furono misurate a Cadenazzo quantità ritenute non pericolose), anche la Germania, la Repubblica Ceca, l’Austria, la Polonia e l’Italia.
ATS/Nad