Colpo di scena

Bombe di pace

Originale radiofonico di Guido Piccoli

  • 18 novembre, 13:30
bombardamento dell’ospedale di Kunduz

Nella foto una camera dell'ospedale di Medici Senza Frontiere di Kunduz dopo il bombardamento

  • Reuters Pictures

Da lunedì 18 novembre a venerdì 29 novembre 2024 ore 20:00

Con Claudio Moneta, Jasmine Mattei, Augusto di Bono, Simon Waldvogel, Christian Poggioni, Margherita Coldesina, Nicola Stravalaci, Matteo Carassini, Roberto Albin, Massimiliano Zampetti, Luca Macciacchini, Rocco Schira, Nicolas Joos, Emanuele Santoro e Orio Valsangiacomo.
Regia di Guido Piccoli
Presa del suono, sonorizzazione ed editing: Thomas Chiesa
Produzione: Francesca Giorzi

Bombe di pace

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Sono passati dieci anni dalla notte del 2 ottobre 2015, quando a Kunduz, in Afghanistan, fu bombardato da un aereo AC-130 delle forze statunitensi l’ospedale di Medici senza frontiere. Il bilancio di quell’azione fu di 42 vittime, tra cui molti bambini ricoverati, e 14 tra medici e infermieri.
Perché ricordare quel massacro, di cui ha parlato Francois Dumont, direttore comunicazione di Medici Senza Frontiere, riproponendo lo sceneggiato “Bombe di pace”? Perché dopo dieci anni quello che sembrava solo un episodio di un conflitto lontano si ripete quasi quotidianamente in molti conflitti e soprattutto vicino a noi, soprattutto a Gaza, dall’altra parte del mar Mediterraneo… e, in questo caso, per opera di bombardamenti mirati delle forze armate di quella che è considerata “l’unica democrazia del Medio Oriente”, col risultato di migliaia di morti, feriti e distruzioni, provocati con il sospetto o la giustificazione, mai provata, che quegli ospedali nascondessero dei nemici...
Segno della barbarie di una guerra moderna che, a differenza di quanto accadeva in passato, non solo non salvaguarda i civili e, quindi, nemmeno gli ospedali, anzi si accanisce loro contro. Barbarie che non rispetta nessuna legge e nessuna istituzione internazionale, a cominciare dall’Onu…
Una barbarie a cui tristemente ci si abitua. E che lascia indifferente la gran parte della politica, dei media, e quindi dell’opinione pubblica, dei cosiddetti “paesi civili e democratici”.
Il radiodramma, chiamato significativamente e sarcasticamente “Bombe di pace”, è un instant-drama, che narra oltre all’attacco all’ospedale anche, nei giorni precedenti al bombardamento, l’encomiabile opera di servizio di Medici Senza Frontiere.
Ma la tragedia dell’ospedale di Kunduz manteneva, pur tra ipocrisie e lacrime più o meno false, un briciolo di umanità e, se non di rispetto, almeno di riferimento del diritto internazionale e dei diritti umani.

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