Domenica in scena

Senzocchi

Un radiodramma di Nicolas Joos prodotto da Retedue, con il sostegno della Fondazione Svizzera per la Radio e la Cultura (FSRC), Swissperform e il patrocinio dell’Ambasciata di Svizzera in Italia.

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Senzocchi

Domenica 4 e domenica 11 maggio 2025 - ore 17:35

Riascolta qui "Senzocchi"

  • Senzocchi (1./2)

    Domenica in scena 22.04.2025, 15:00

  • Senzocchi (2./2)

    Domenica in scena 22.04.2025, 15:00

Sono quasi tre anni che vendo sogni nei mercati, nelle sagre di paese, nelle processioni, nei festival ma anche nelle scuole elementari e nei licei. Vendo sogni in tutte le lingue, ai turisti, agli anziani, ai bambini. Ho creato una specie di confessionale ambulante o meglio una Macchina dei Sogni, dove chi entra, chiude gli occhi, immagina una storia e poi la racconta. Ma la deve immaginare bene la storia e mentre la racconta si deve pure emozionare, perché è solo cosi che i sogni si realizzano, credendoci.
Se chi racconta la storia lo fa nel modo giusto, allora registro la sua voce, ci metto qualche effetto sonoro e trasformo il sogno in un podcast. Ho ascoltato migliaia di sogni e i più belli sono quelli raccontati ad occhi chiusi. La vista frena l’immaginazione. E se gli occhi non li avessimo mai avuti? Come immagineremmo ora? Ho iniziato dunque a scrivere un racconto sull’esistenza di un popolo Senzocchi che viveva sotto alle Alpi svizzere in una gigantesca caverna buia: la Svizzera di Sotto.
Nella Svizzera di Sopra invece c’era il Mondo reale del 1930 con la Russia che causava in Ucraina carestie e morti, l’America che attuava il protezionismo, l’Europa che si riarmava e infine il popolo svizzero che manifestava nelle piazze mentre la sua madre patria accresceva le riserve auree. C’era troppo oro in Svizzera e la gente moriva di fame. L’oro, simbolo del potere per la Svizzera di Sopra, che valore aveva per il popolo dei Senzocchi? Nessun valore ovviamente. Non potendolo vedere era solo un semplice metallo. Nella Svizzera di Sotto infatti il potere non esisteva e l’oro veniva usato per pavimentare le strade.
E se l’occhio fosse un parassita arrivato dallo spazio impiantatosi nel sistema nervoso di tante creature? Quando chiudiamo gli occhi e immaginiamo, entriamo nell’invisibile, la dimensione magica del sogno, senza tempo ne spazio, la stessa dimensione che avvolge le nostre vite come l’universo fa con le stelle.

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