Negli Stati Uniti sono almeno 60 le università sotto indagine dall’amministrazione Trump. Sono tutti campus dove si sono svolti nei mesi scorsi proteste contro la guerra a Gaza lanciata dal governo Netanyahu.
Secondo il dipartimento all’Istruzione USA, in queste università si sarebbe tollerata la creazione di un ambiente ostile nei confronti degli studenti ebrei. Nel mirino del governo c’è prima di tutte la Columbia University, una delle più prestigiose del paese. L’amministrazione Trump ne ha tagliato i fondi (per circa 400 milioni di dollari), ha arrestato due suoi studenti, ha preteso delle modifiche strutturali e ha perquisito i suoi dormitori. Una repressione che si inserisce in una serie di provvedimenti molto più ampi contro le università, accusate da Trump di essere il centro di quello che ha definito «un indottrinamento di sinistra». La Columbia e le altre università sono di fatto sotto ricatto e per riuscire a sopravvivere dovranno cercare di mediare. Ma in che modo e fino a che punto? Ne parliamo con: Marco D’Eramo, americanista, sociologo e saggista. Tra i suoi molti libri ricordiamo l’ultimo: I terroni dell’impero. Viaggio nel profondo sud degli Stati Uniti edito da Marietti; e con Martino Mazzonis, giornalista, scrive su Domani, Valigia Blu, Micromega. È autore con Angelo Loy di Ultima fermata, documentario sugli homeless d’America.
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