La parola “genocidio” evoca i più terribili massacri della Storia: l’Olocausto, quello avvenuto in Armenia, quello in Ruanda...
Oggi, lo sterminio di un numero illimitato di persone, soprattutto civili, a Gaza, dovuto agli attacchi dell’Armata d’Israele, rievoca da tempo il più terribile crimine contro l’umanità, interrogandoci. D’altra parte, le ondate di antisemitismo che attraversano il mondo, e il passato dell’Olocausto (che per tutti noi rappresenta il paradigma del genocidio) pesano molto sul presente, portando — forse e talvolta — anche a delle forme di autocensura: si può o non si può parlare di “genocidio” in merito a ciò che sta succedendo nella Striscia di Gaza? Il dibattito si protrae da tempo, e di recente è stato ulteriormente alimentato dall’uscita dell’ultimo libro di Papa Francesco, nel quale il Pontefice invita a indagare se quello in atto a Gaza sia giuridicamente o meno un genocidio. A ciò sono seguite le repliche del governo israeliano e di alcune realtà della comunità ebraica nel mondo. Per parlarne abbiamo invitato Stefano Levi della Torre e Gigi Riva.
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