Il nostro ospite di oggi è un cantautore originario della provincia di Latina e romano d’adozione, attivo da oltre un decennio con tre solidi album alle spalle e un nuovo lavoro che non vede l’ora di presentarci. Emanuele Galoni, in arte Galoni, è docente di italiano per vocazione e professione, e fin dal suo album d’esordio del 2011, “Greenwich” (2011), ha attirato l’attenzione della critica grazie alla qualità del suo progetto e al suo stile di scrittura, con il quale ha saputo costruire un immaginario narrativo poetico e urbano, combinando la radice tipica della tradizione cantautorale italiana con sonorità di matrice nordeuropea. Rientra in studio nel 2013 per il secondo album, “Troppo bassi per i podi”, che racconta ed esprime una sorta di realismo magico di provincia, dove alla rassegnazione a una consuetudine alienante si contrappone una massiccia dose di follia e di surrealismo, che attraverso un costante dialogo riescono a rendere la quotidianità indolore e a trasformarla “in qualche straccio di futuro”.
Nel 2018 esce “Incontinenti alla deriva”, il terzo disco di inediti, che consolida l’ottimo riscontro della critica nei confronti della sua poetica, confermando Galoni come autore capace e originale. Il lavoro è un concept album che riflette sulle anomalie del periodo storico attuale e sulla omologazione del tempo. Noi ci occuperemo in particolare del suo lavoro più recente, “Cronache di un tempo storto”, che ruota intorno al concetto di casa e riflette con un approccio giornalistico e diaristico.
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