Blu come un'arancia

I bestiari del Medioevo

di Roberto Antonini

  • 10.12.2018, 17:50
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Bestiario di Aberdeen, Folio 9 recto, Pantera

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BLU COME UN’ARANCIA ®
Da lunedì 10 a venerdì 14 dicembre 2018 alle 16:50
Replica il giorno seguente alle 01:30

L’ultima striscia della “piccole storie bestiali” è consacrata ai bestiari del Medioevo. I bestiari, molto in voga in Francia e in Inghilterra soprattutto nel XII e XII secolo raccolgono ritratti e considerazioni sulla fauna per ricavarne insegnamenti sugli esseri umani, la morale, la religione. Traggono ispirazione dal Physiologus, un testo scritto verso la fine del II secolo ad Alessandria e poi tradotto in latino ma anche da La Storia Naturale di Plinio scritta nel I secolo e dalle Etimologie di Isidoro di Siviglia VII secolo. Qual è l’unico animale di fronte al quale a cui il Leone si prostra, umilmente, in segno di riverenza e timore? Perché l’asino è meno considerato del cavallo ed è l’emblema stesso di innumerevoli vizi? Come mai scimmia o il gatto sono associati a demonio? E sapevate che il grifone è così forte da poter portare in volo, agganciandolo con i suoi potenti artigli, un elefante? Perché l’aquila è diventata il simbolo di tanti imperi: romano, bizantino carolingio, germanico o napoleonico?

Roberto Antonini, ci conduce, seguendo il percorso in quel mondo fantastico, disegnato dal medievista francese Michel Pastoureau, alla scoperta dei simboli e dunque delle verità, che ai quei tempi, venivano associate in positivo per esempio a leoni, cervi, pellicani, e in negativo a corvi, volpi, lupi, draghi, sirene o unicorni.

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Arazzo del 15. secolo conservato aol Musée de Cluny

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