Le arti performative dialogano con la città. Non soltanto perché piazze, agorà, parchi e strade possono essere scelti come luoghi di rappresentazione alternativi ai teatri, ma soprattutto perché la coreografia espansa e la performance artistica possono partecipare attivamente alla costruzione dello spazio urbano, interrogandolo, intessendo relazioni, inventando nuove forme di publicness.
Come?
Lo chiediamo a uno dei nomi più interessanti e importanti della scena coreografica italiana contemporanea: la coreografa, performer e ricercatrice Elisabetta Consonni, ospite a Mendrisio dell’incontro annuale di Isadora. Piattaforma danza, che da oltre dieci anni indaga e inventa format che espandono la pratica coreografica a strumento capace di intessere relazioni nello spazio pubblico e di incidere sulle politiche urbane e sociali.
Vi raccontiamo poi di due iniziative locali che, proprio attraverso l’arte performativa, hanno interrogato il nostro territorio svizzero italiano: il laboratorio transdisciplinare dell’Accademia di Architettura di Mendrisio Transversal Territory , che con gli studenti dell’Accademia e del CISA e la popolazione esplora Mendrisio e dintorni, e l’happening teatrale notturno Notti future, svoltosi fra i parcheggi della città di Lugano durante la Biennale Svizzera del Territorio. Ne parliamo con i relativi curatori di questi due progetti: i docenti dell’Accademia di Mendrisio Antoine de Perrot e Mansoureh Aallaai e la scenografa e drammaturga luganese Maria Clara Castioni.
Il corpo è una mappa – 2.
Charlot 27.10.2024, 14:40
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