Domenica 5 giugno e domenica 12 giugno 2022
Con Moira Albertalli, Jasmin Mattei, Federico Caprara, Matteo Carassini, Marco Cortesi, Augusto di Bono e Luca Maciacchini.
Presa del suono, sonorizzazione ed editing Thomas Chiesa
Regia Franco Di Leo e Ferruccio Cainero
Produzione Francesca Giorzi
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Contenuto audio
Quando l'Italia invase il Ticino (1./2)
Domenica in scena 05.06.2022, 19:35
Quando l'Italia invase il Ticino (2./2)
Domenica in scena 12.06.2022, 19:35
È noto che uno dei confini più stabili e pacifici del mondo è quello che esiste da cinquecento anni tra la Svizzera italiana e i vicini a sud, che nei secoli hanno preso nomi diversi: Ducato di Milano o Repubblica Cisalpina o Regno Lombardo-Veneto, per esempio.
Che cosa sarebbe successo se un giorno il vicino a sud avesse deciso di varcare il confine? Fantapolitica? Mica tanto. Quando l’Italia invase il Ticino (1810 – 1813), lo sceneggiato radiofonico di Ferruccio Cainero e Franco Di Leo basato sulla documentazione storica del tempo, ci riporta a quel lontano ottobre del 1810 quando un contingente del Regno d’Italia (il cui sovrano era nientemeno che l’imperatore Napoleone) si presentò a sorpresa a Lugano per esautorare il legittimo governo ed estirpare la terribile piaga del contrabbando.
Già, perché la Grande Armée napoleonica era dilagata in tutta Europa per imporre con le armi all’intero continente le système, cioè le regole ferree contro il traffico mercantile da e verso l’Inghilterra. Anche la Svizzera, e in particolare la Svizzera italiana, venne stritolata da questo meccanismo.
Lo sceneggiato ci mostra, con ironia e divertimento, che la reazione nelle valli ticinesi non si fece attendere: senza spargimento di sangue l’occupazione divenne una sorta di commedia dove le beffe ai danni dell’occupante diventavano occasione per mostrare la volontà di sopravvivere ai soprusi. E se l’esercito del Regno d’Italia non si curava delle proteste del governo cantonale e di quello nazionale, tranquillizzati fino a un certo punto dai diplomatici francesi che parlavano di situazione momentanea dovuta alla necessità di applicare le système, i ticinesi dimostravano che le système aveva un piccolo difetto: non funzionava. Le merci inglesi infatti arrivavano ovunque nel continente attraverso la Svizzera. E facendo la strada al contrario altre merci approdavano in Inghilterra senza problemi.
La situazione durò fino al novembre del 1813 quando, nell’imminenza delle ultime battaglie che avrebbero portato alla caduta di Napoleone, il contingente del Regno d’Italia dovette fare ritorno a casa stringendo il proverbiale pugno di mosche. E ai ticinesi rimase l’orgoglio di aver sconfitto uno degli eserciti più potenti del mondo non con le armi, ma con l’intelligenza e il buonumore.
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