Domenica in scena

Quel che sanno della bomba... ovvero perché Hitler perse la guerra

Originale radiofonico scritto e diretto da Alberto Buscaglia

  • 9 ottobre 2022, 17:35
Bomba atomica Domenica in scena
  • Keystone

Da domenica 9 ottobre a domenica 6 novembre 2022 ore 17:35

Con: Giorgio Bonino (Werner Heisenberg), Natale Ciravolo (Maggiore Rittner); Antonio Ballerio (Otto Hahn, chimico), Augusto Di Bono (Max von Laue, fisico), Gianni Quillico (Walter Gerlach, fisico), Marco Cortesi (Kurt Diebner, fisico), Igor Horvat (Paul Harteck, fisico), Matteo Carassini (Erich Bagge, fisico), Mario Cei (Horst Korsching, fisico), Giuseppe Palasciano (Carl von Weizsächer, fisico), Riccardo Buffonini (Karl Wirtz, fisico), Marco Balbi (Niels Bohr, padre della fisica quantistica), Max Zampetti (Leslie Groves), Jasmin Mattei (Elizabeth Heisenberg), Federico Caprara (Colonnello OSS), Jasmine Laurenti (Lise Meitner), Rocco Schira (Otto Frisch), Diego Pitruzzella (Speaker).
Presa del suono, sonorizzazione ed editing: Thomas Chiesa
Regia: Alberto Buscaglia
Produzione Francesca Giorzi

Riascolta qui Quel che sanno della bomba...

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Quel che sanno della bomba…ovvero perché Hitler perse la guerra”, racconta una vicenda reale iniziata nell’aprile del 1945 quando una missione segretissima alleata denominata ALSOS si unisce alle truppe che avanzano nel sudovest della Germania, con lo scopo di impossessarsi dei siti e dei materiali della ricerca atomica nazista, e di rintracciare e arrestare gli scienziati che vi hanno collaborato, soprattutto il coordinatore del progetto atomico tedesco, Werner Heisenberg.
Dopo averli ritracciati e arrestati, gli scienziati tedeschi vengono affidati al maggiore H.T. Rittner, dell’intelligence britannico, che dovrà gestirli per tutta la prigionia.
Trascorse alcune settimane di custodia segretissima con spostamenti tra Francia e Belgio, i dieci scienziati vengono finalmente internati in Inghilterra, a Farm Hall (Godmanchester), un signorile edificio predisposto con l’installazione di decine di microfoni occultati in tutte le stanze, per l’ascolto e la registrazione delle conversazioni dei prigionieri [conversazioni rese pubbliche nel 1992]. Scopo dell’operazione d’intelligence è accertare il reale progresso della ricerca tedesca sull’uranio per usi militari mentre Stati Uniti e Alleati, con il segretissimo “progetto Manhattan”, sono anch’essi impegnati nella realizzazione della bomba atomica.
Nelle quotidiane conversazioni gli scienziati tedeschi rivelano momenti di angoscia e preoccupazione per le famiglie lasciate nella Germania in rovina con le quali non possono corrispondere. Ma esplodono anche forti rivalità, sia per la collaborazione di taluni con il regime hitleriano sia per accusare il fisico teorico Heisenberg per la sua scarsa capacità organizzativa, causa prima degli inadeguati finanziamenti alla ricerca atomica del Reich. Nonostante tutto, i fisici tedeschi sono però convinti del loro primato rispetto ai colleghi del campo Alleato, persuasi di poter essere indispensabili ai vincitori. Ma il momento della dura verità si presenta il 6 agosto 1945: quella sera, prima di cena, i fisici apprendono dalla BBC la notizia del lancio di una bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima. Dapprima essi accolgono l’annuncio con incredulità e scetticismo. Ma quando dopo cena la radio diffonde il comunicato ufficiale del governo inglese, sono costretti ad ammettere con sgomento che gli scienziati alleati, in grandissima segretezza, sono approdati là dove essi hanno fallito. Tre giorni dopo la bomba al plutonio su Nagasaki conferma definitivamente la superiorità della ricerca alleata e la reale, terrificante potenzialità distruttrice delle armi atomiche. Alcuni membri del gruppo piombano in un profondo turbamento, qualcuno meditando addirittura il suicidio.
Ad alleviare il clima di frustrazione e di incertezza in cui sono ancora tenuti, il 16 novembre 1945, i fisici tedeschi vengono confortati da una notizia inaspettata pubblicata dal Daily Telegraph: il conferimento del premio Nobel per il 1944 a Otto Hahn, proprio “per la scoperta della fissione nucleare”. E finalmente, il 3 gennaio 1946, dopo sei mesi esatti di detenzione segreta i dieci fisici vengono rimpatriati in una Germania umiliata e distrutta e già praticamente divisa, dove già si preannunciano sinistri venti di Guerra Fredda.
Nel racconto radiofonico è costantemente ricordata la presenza dei microfoni, invisibili personaggi-medium amplificatori delle angosce e dei segreti dei prigionieri, sono inseriti flash back che riportano l’ascoltatore ai momenti più significativi o drammatici di alcuni dei personaggi, portando in primo piano le loro vicende personali e gli inevitabili coinvolgimenti con il regime nazista.

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