Violetta Bellocchio cambia genere. E guarda al futuro. Dopo il romanzo "Sono io che me ne vado" e il memoir "Il corpo non dimentica", affronta il genere post-apocalittico. Non siamo tanto avanti con gli anni. Anche i luoghi sono piuttosto familiari: la val Trebbia, tra la Liguria e la pianura padana, da cui la famiglia Bellocchio proviene.
Tre fotografi, dopo una brutta avventura in rete, si inoltrano tra le nuove tribù. Ecologiche, violente, o solo semplicemente bisognose di rituali (gli stessi, magari, che abbiamo cancellato in nome della libertà). Il romanzo si intitola "La festa nera", esce da Chiarelettere, mostra che "un altro mondo è possibile", ma nessuno garantisce che sia migliore di questo.
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