Nel 9. d.C. nella Foresta di Teutoburgo tre legioni sono massacrate dai Germani guidati da Arminio, ufficiale delle truppe romane ma anche capo segreto della tribù dei Cherusci. Era la tragica e inattesa conclusione di un progetto di espansione iniziato pochi anni prima da Ottaviano Augusto, con l’obiettivo di spostare i confini dell’Impero romano dal Reno all’Elba.
Pochi anni dopo i Romani si presero la loro vendetta con Germanico, ma proprio allora l’imperatore Tiberio decise di abbandonare la Germania al suo destino riportando il confine imperiale (limes) sulle rive del Reno.
In questo modo il mondo germanico rimase separato dalla civiltà latina, mantenendo lingua e costumi propri. Nel XIX e XX secolo questa diversità fu esaltata in una prospettiva nazionalistica, coltivando l’immagine dei Germani ribelli e indomabili, tenaci custodi della loro libertà, capaci di umiliare uno degli imperi più potenti della storia. Serviranno due sanguinose guerre mondiali per porre fine a questa pericolosa illusione.
Con lo storico Umberto Roberto racconteremo il rapporto tra Roma e i Germani, tra dialogo e conflitto, distinguendo attentamente tra realtà storica e rielaborazione letteraria.
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