Nei primi secoli della nostra era una rete di trenta strade principali, lunga quasi ottantamila chilometri, conduceva in ogni angolo dell’immenso Impero Romano. Per secoli e secoli l’Europa non vedrà più nulla di simile. Costruite dalle legioni con straordinaria perizia, queste vie erano utilizzate soprattutto da soldati e funzionari, ma naturalmente anche i mercanti e altri cittadini ne traevano vantaggio. E un efficiente sistema postale, con stazioni di sosta a distanza regolare, diffondeva rapidamente le informazioni collegando centro e periferie.
Nella creazione di questa immensa rete di strade furono decisive le prime esperienze in Italia: la Via Appia, la Via Flaminia e la Via Emilia saranno il modello per tutte quelle che seguiranno. All’interno di questo orizzonte comune ciascuna strada aveva però una propria storia, come spiega Giovanni Brizzi, il grande biografo di Annibale. Proprio l’improvvisa irruzione sulla scena del condottiero fenicio del resto sconvolse il mondo romano, trasformando anche la funzione e il significato del sistema viario originale.
Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt)
Brizzi, Giovanni. Andare per le vie militari romane. Il Mulino, 2020
Rumiz, Paolo. Appia. Feltrinelli, 2016
Brizzi, Giovanni. Io, Annibale : memorie di un condottiero. Laterza, 2019
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