Alberto Rizzuti è ordinario di Storia della Musica all’Università di Torino, e il Dipartimento di Studi Umanistici ha contribuito alla pubblicazione del libro. Nessun dubbio, quindi, che si tratti di un libro “serio”, di un musicologo “vero” (termine che Michele Dall’Ongaro, a suo tempo responsabile della musica dal vivo a Rai Radio Tre, e oggi Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, riservava a "quelli che sanno leggere la musica"…). Però… Rizzuti è un musicologo di spirito, e anche da questo punto di vista l’accostamento a Dall’Ongaro è appropriato. Il suo "viaggio di istruzione musicale", per accompagnare il lettore ad acquisire la capacità di leggere uno spartito, una partitura, non è un manualetto pedante, o una strizzata al pubblico della popular music: è innanzitutto una lettura godibile per una persona colta, ma ancora desiderosa di apprendere, come si può immaginare che siano i fortunati studenti del professor Rizzuti. Le ragioni di schietto divertimento sono numerose, un po’ come nei libriccini nei quali Umberto Eco spiegava i fondamenti della semiotica applicandoli ai fumetti e alla pubblicità. E chissà che il lettore alla fine non impari davvero. Si comincia con il John Lennon di “Imagine”, si finisce con il Brahms del Canto del destino. E Rizzuti commenta: “It’s easy, if you try”.
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