Wim Wenders
La Recensione

“Perfect Days”

Il capolavoro di Wim Wenders

  • 26.01.2024
  • 24 min
  • Paolo Prato
  • Imago Images
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Sulla soglia dei 79 anni Wim Wenders firma quello che la critica ha definito il suo capolavoro: Perfect Days, dal 4 gennaio nelle sale cinematografiche italiane e della Svizzera italiana. Ancora una volta la musica ha un ruolo importante e nel caso del regista tedesco è il rock a creare quell’atmosfera inconfondibile che ne ha caratterizzato l’intera opera sin dai tardi anni Sessanta.
Una musica che non è semplice tappezzeria ma è funzionale al racconto e alla psicologia del protagonista, un operatore ecologico che pulisce i bagni pubblici della sua città, conduce un’esistenza semplice e appartata da cui è bandito tutto il superfluo ma sa aprirsi a incontri ed eventi occasionali senza perdere la sua identità, plasmata in epoca giovanile e ben rappresentata dalle audiocassette che ascolta in macchina dopo averle registrate con i suoi brani preferiti: Patti Smith, Rolling Stones, Janis Joplin, Nina Simone, Animals, Kinks e, ovviamente, Lou Reed, la cui Perfect Day presta a Wenders l’ennesimo titolo rubato al rock. Se il film viene già dato tra i favoriti per l’Oscar come Miglior Film Straniero, la colonna sonora ci regala un viaggio nella musica immortale degli anni ‘60 e ’70 che per Wenders e la sua generazione è stata prima di tutto un viaggio di formazione.

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