Come improvvisava Beethoven? Si sa che era un pianista famoso come interprete delle proprie composizioni, ma che era anche noto per le sue improvvisazioni. Ci sono varie testimonianze che ci dicono che Beethoven creava estemporaneamente alcuni dei suoi brani, come nel caso dell’Adagio iniziale della Fantasia per pianoforte, soli, coro e orchestra in Do minore op. 80 (detta Fantasia corale), in occasione della prima esecuzione del 1808 al Theater an der Wien, perché non aveva fatto a tempo a completare l’introduzione per pianoforte solo. Tutti lo hanno perdonato, per questo, dato che per quello stesso concerto aveva scritto la Quinta e la Sesta sinfonia e il Quarto concerto per pianoforte e orchestra, e altre cose ancora… Il titolo, Fantasia, è una buona traccia per cercare opere di Beethoven che hanno carattere improvvisativo, anche perché a quell’epoca il termine usato era Fantasieren. I musicologi, in tempi abbastanza recenti, hanno studiato alcuni dei quaderni di appunti di Beethoven, quelli dove non ci sono tracce di temi noti, ma che sembrano più degli studi per esercitarsi nell’arte della composizione estemporanea. Un libro che tratta questo argomento è Beethoven al pianoforte, di Luca Chiantore, edito dal Saggiatore. Ma, in mancanza di altre fonti, un’indicazione molto attendibile la si può ottenere dal trattato scritto dall’allievo, amico e collega di Beethoven Carl Czerny, pubblicato nel 1826 da Diabelli (“quel” Diabelli) e Cappi. È un’introduzione sistematica, come recita il titolo, al Fantasieren sul pianoforte. Ora una casa editrice statunitense ne ha prodotto una versione anastatica, che si trova facilmente a un prezzo più che accessibile. Czerny illustra l’arte del Fantasieren con una serie di commenti, brevi esempi teorico-pratici, e una grande quantità di esempi di improvvisazione più lunghi, divisi per tipologie: preludi, cadenze e fermate, fantasie su un solo tema, fantasie libere su più temi, potpourris, variazioni, fantasie in stile fugato, capricci. Un’opera ardua: magari qualche pianista provetto (che sicuramente si sarà formato sui “classici” esercizi di Czerny) ci si vorrà mettere alla prova. Lo ha fatto un valentissimo concertista tedesco, Kolja Lessing, da sempre dedito alla riscoperta di autori e lavori dimenticati o emarginati, che ha registrato di recente tutti gli esercizi di Czerny sul Fantasieren in un bellissimo doppio album.
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