Un’opera dell’ultimo Händel, senza scene, senza costumi, senza coreografie, con un minimo di azione scenica nell’alternarsi delle voci, nell’esecuzione diretta da Marc Minkowsky con l’orchestra Les Musiciens du Louvre e una compagine di cantanti eccellenti: questo è il sunto delle ragioni che hanno portato un pubblico folto e vocalmente competente (soprattutto nelle gallerie) ad assistere all’Alcina alla Scala, malgrado la prospettiva di quasi quattro ore di spettacolo con un solo intervallo. Alcina è una maga che soggioga e fa innamorare di sé Ruggiero, già promesso a Bradamante, nell’ultimo episodio – aprile del 1735 – di un trittico ariostesco, insieme all’Orlando, 1733 e all’Ariodante, inizio del 1735. Il libretto, di anonimo, è ispirato a quello di un’altra opera, L’isola di Alcina, di Riccardo Broschi, fratello del noto castrato Farinelli, entrambi attivi a Londra in quegli anni e concorrenti di Händel. Questi elementi – la trama, la forte tensione sulla scena londinese – contribuiscono a spiegare l’intenzione di Händel di conquistare il pubblico con un’opera concepita senza risparmio, ricca di agganci alle macchinerie teatrali barocche più sofisticate, e con l’aggiunta di coreografie, che furono poi tagliate nelle riprese successive dell’opera. Ascoltare Alcina in forma di concerto, dunque, implica un’astrazione, una concentrazione sul suono (e molto meno sul testo), in assenza di tutti quegli elementi teatrali che dovevano dare senso alla vicenda “magica” dell’opera. Nell’esecuzione scaligera, un evento straordinario inserito nella stagione, il contrappeso alla mancanza della meraviglia scenica è stato offerto da una performance eccellente, lungamente applaudita anche a scena aperta, dopo una certa timidezza iniziale. L’ouverture era da lucciconi agli occhi, e le numerosissime arie hanno scatenato ondate di “brava” e “bravo”, forse più appropriate al tifo loggionistico più tradizionale che alla dolcezza e al virtuosismo delle arie händeliane. La compagnia di canto era formata da Magdalena Kožená, mezzosoprano (Alcina), Erin Morley, soprano (Morgana), Anna Bonitatibus, mezzosoprano (Ruggiero), Elizabeth DeShong, mezzosoprano (Bradamante), Valerio Contaldo, tenore (Oronte), Alex Rosen, basso (Melisso), e Alois Mühlbacher, controtenore (Oberto). Per una coincidenza fortunata, la registrazione dell’Alcina interpretata dallo stesso cast è stata pubblicata da Pentatone Music una settimana prima del concerto alla Scala.
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