Il ritorno all’Auditorium Manzoni di Bologna, luogo in cui nel lontano 2004 ha debuttato, ha segnato la terza data prevista per la breve tournée autunnale dell’Orchestra Mozart. Creatura nata dal sogno di Claudio Abbado e di Carlo Maria Badini che, interrotta l’attività nel medesimo anno della scomparsa di Abbado, il 2014, è “rinata dalle ceneri” e si appresta a festeggiare nel 2024 i suoi primi 20 anni. Le date che l’hanno vista impegnata nel mese di settembre sono state 15 e 17 a Ferrara, 18 e 19 a Bologna, 20 a Milano e 21 a Lugano. In programma l’esecuzione delle sinfonie di Ludwig van Beethoven n. 2 in re maggiore op. 36, n. 4 in si bemolle maggiore op. 60, n. 5 in do minore op. 67 e n. 6 in fa maggiore op. 68 “Pastorale” distribuite tra le varie date. Sul podio Daniele Gatti, che dal maggio 2019 riveste il ruolo di Direttore Musicale dell’Orchestra Mozart, interprete dell’intero ciclo delle sinfonie beethoveniane che si concluderà con la Nona a celebrare oltre ai già citati 20 anni di vita della compagine orchestrale di origine felsinea, la 160^ stagione della Società del Quartetto di Milano, promotrice della tappa milanese nella Sala Verdi del Conservatorio. Ma, torniamo al concerto bolognese del 18 settembre: ad accoglierlo il calore di un pubblico memore della storia dell’orchestra indissolubilmente legata alla città e al Manzoni, in cui i concerti si tenevano in ogni periodo di produzione. Ma soprattutto del suo fondatore che proprio il capoluogo emiliano scelse come “casa” per gli ultimi anni della sua vita. Le sinfonie eseguite n. 4 e 5 hanno espresso appieno energia, compattezza e, perché no, profondo affetto di un’orchestra che, nata nel 2004 sotto l’egida della Regia Accademia Filarmonica di Bologna e grazie alla stessa rinata nel 2016, continua strenuamente a tenere in vita quell’abbadiano imprinting del “far musica insieme”.
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