Di tutto il repertorio liutistico, Simone Vallerotonda considera quello dei liutisti francesi del Seicento un’esperienza unica e diversa da tutte le altre. Spiazzante appare una scrittura in cui il ritmo non è scritto perché sottinteso, dove l’inégalité diventa regola e il raffinato vocabolario dell’ornamentazione si manifesta come un dono naturale insito in quei musicisti che lo "sentono" senza quasi averlo imparato. Un fascino sottile, intimo e profondo che risuona nelle pagine di questo disco, dedicate alle quattro stagioni rappresentate sulle corde pungenti e morbide del liuto, in cui i brani sono sovente costruiti soltanto su poche note, affinché i suoni possano raggiungere una dimensione persino metafisica, restituendo all’uomo moderno il pieno potere del suo sentire.
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