Mahan Esfahani, The Passinge mesures, Hyperion (dettaglio copertina)
La Recensione

Mahan Esfahani, The Passinge mesures, Hyperion

di Paolo Scarnecchia

  • 11.04.2019
  • 28 min
  • hyperion-records.co.uk
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Mahan Esfahani è un clavicembalista e organista nato a Teheran, cresciuto negli Stati Uniti, vissuto a Milano e Londra e residente a Praga, ma come altri virtuosi è spesso in giro per il mondo. Nei confronti delle musiche dei cosiddetti virginalisti inglesi il musicista dichiara di provare una sorta di affinità elettiva e un piacere nel suonarle che a volte diviene una necessità, come spiega nelle note di accompagnamento scritte per commentare il programma di questo disco, che comprende pagine di Bull, Byrd, Farnaby, Gibbons, Inglot, Tomkins oltre a un paio di composizioni anonime. Prescindendo dalla tipologia di strumenti che i musici inglesi del tardo Rinascimento e del primo Barocco avevano a disposizione, Esfahani seguendo il proprio gusto timbrico per eseguire musiche tratte dal Fitzwilliam ed altri Virginal Books, come il Nevell, il Tisdale e il Tunstall, ha scelto una copia di un clavicembalo Fleischer a due manuali del 1710 con temperamento mesotonico e diapason a 408.

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