I musicarelli erano film musicali costruiti su canzoni e cantanti di successo che ebbero fortuna negli anni Sessanta in concomitanza con la crescita dei 45 giri. Prodotti a basso costo, spesso instant movies realizzati in tempi ridottissimi per sfruttare la popolarità dei dischi, erano basati su cliché e formule narrative tipiche dei film di genere: trame e personaggi stereotipati, storie d’amore e di scalate al successo immancabilmente centrate su un conflitto generazionale che conduceva al lieto fine, quando i “matusa” si riconciliavano con i “capelloni” nel segno della musica. A lungo snobbati dalla critica ma amati dal pubblico popolare, che sul grande schermo celebrò icone nazionali come Gianni Morandi, Al Bano, Rita Pavone e i molti protagonisti dei “favolosi Sixties”, i musicarelli sono stati da qualche tempo riesumati e rivalutati da una consistente fetta di studiosi e appassionati. Il libro di Marta Cagnola e Simone Fattori (ed. Volo Libero) è l’ultimo rilevante capitolo di questo benemerito quanto tardivo revival e aggiunge a una letteratura emersa per lo più in ambito di film e media studies, una dettagliata analisi dei prodotti (poco più di un centinaio i film girati) offrendo uno spaccato di storia del costume e dello spettacolo nel decennio cruciale dell’Italia moderna. Una svolta che i musicarelli raccontano con toni disincantati e ironici agendo non solo in chiave nostalgica, ma come fonti preziose per storici, sociologi ed economisti. La parte finale del volume comprende una preziosa di interviste inedite ai protagonisti – Bobby Solo, Laura Efrikian, Mal, Shel Shapiro, Al Bano, Rita Pavone, ecc. – che ne rafforza il peso nella prospettiva di una storia orale ormai indispensabile per ricostruire il clima di un’epoca che si va allontanando sempre di più…
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