Jodel 1981
La Recensione

Tradizione come reinvenzione

Quintet Bumbac, Héritages, Collectif Cok Malko, COK 400350

  • Ieri
  • 24 min
  • Giordano Montecchi
  • KEYSTONE
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Difficile valutare se nel mondo, la tutela, la riscoperta, la diffusione delle tradizioni musicali folkloriche siano in grado di compensare il fenomeno opposto, ossia la loro tendenziale estinzione o snaturamento ad opera dell’industria musicale globale. Dal Secolo dei lumi, cioè da quando qualcuno cominciò a pensare che i selvaggi non erano poi così selvaggi, le vicende legate alla ricerca e alla difesa delle musiche di tradizione formano un romanzo appassionante. In materia di folklore musicale, dalla Lapponia all’Andalusia, dalle Isole Greche, l’Europa è un caleidoscopio straordinario. Ma in questo universo multicolore, c’è una vasta area (forse) ineguagliabile per ricchezza musicale: sono le regioni corrispondenti o adiacenti al bacino del Danubio, là dove Occidente e Oriente si incontrano e le musiche profumano già di esotico. David Brossier, francese, violinista, ha passato i suoi anni a esplorare, studiare e assimilare questo universo musicale, e da dieci anni guida un quintetto d’archi, il Quintet Bumbac, il cui repertorio è interamente formato o ispirato alle musiche di queste aree, in particolare della regione rumena. Il gruppo è giunto ora al suo terzo album intitolato Héritages. Insieme a Brossier, quattro musiciste, anch’esse dedite a coltivare i tesori musicali della regione europea forse più bersagliata dalle vicende storiche, ma che, come spesso succede, proprio per questo, con tanta maggiore intensità, riesce ad affidare alla musica la propria anima così vitale e sofferente.
 



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