La "fin del mundo", il punto più meridionale dell’America, una leggenda nella storia dell’esplorazione, un mito per ogni velista:
Capo Horn è tutto questo e altro ancora.
Franco Brevini è andato a Capo Horn con una piccola nave delle
Cruceros Australis, che una volta alla settimana permette anche alla gente comune di raggiungere il selvaggio Capo posto a oltre cinquantacinque gradi di latitudine sud, davanti allo
Stretto di Drake: l’ultimo ricordo di terre quasi normali prima dell’assurdità glaciale dell’Antartide. Nel suo reportage ci racconta la violenza dei venti, lo scontro delle onde dell’Atlantico e del Pacifico, la vita del guardiano del faro, che resta laggiù per un anno intero, la desolazione di quelle isole aride e rocciose in cui esplode l’estremo lembo del continente americano. Luoghi che sembrano fatti apposta per evocare le tragedie che si consumarono in queste acque grigie e perennemente agitate, dove è rimasta viva l’eco delle imprese di Drake e della crociera di Darwin.

Capo Horn
Laser 07.01.2014, 01:00
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