
Corpo, anima e spirito nella tradizione ortodossa
Laser 22.04.2011, 02:00
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Riscoprire la concezione dell’uomo nel mondo orientale – e in particolare il rapporto fra corpo, anima e spirito nella tradizione ortodossa – non è un esercizio puramente teorico o intellettuale, ma corrisponde ad un’esigenza di interscambio culturale, oggi sempre più urgente all’interno del mondo pluriculturale contemporaneo. E’ quello che si intende fare in questo Laser, curato da Antonio Ria e registrato presso il Monastero di Bose durante l’annuale Convegno Ecumenico Internazionale, teso appunto alla scoperta o riscoperta delle ricchezze culturale provenienti dal mondo orientale. Perché, come osserva Antonio Rigo (docente di Letteratura bizantina all’Università di Venezia), il mondo ortodosso non è più geograficamente confinato in oriente, ma è dislocato ormai in tutto il mondo, presente quindi nelle nostre realtà occidentali. E la sapienza che può pervenire dalla concezione ortodossa dell’uomo consiste proprio nel superamento della tripartizione rigida tra corpo, anima e spirito: una riduzione, invece, ad unità, superando soprattutto l’aspetto negativo del corpo nella concezione spirituale del cristianesimo occidentale, travasata anche nella cultura e nella concezione antropologica dell’Occidente. La positività e la riscoperta del corpo sono infatti acquisizioni urgenti nella concezione dell’uomo: dell’antropologia e – più in generale – della cultura occidentale contemporanea. Sintesi e positività sempre ben presenti nella tradizione ortodossa, come sottolinea Gheorghios Chrysostomos, teologo dell’Accademia di Salonicco. In una sintesi fra filosofia greca e teologia bizantina, il corpo non è “la prigione dell’anima”, come nella concezione occidentale: ma “il palazzo dell’anima”. E questo superamento della frattura fra corpo, anima e spirito viene concretamente sperimentato nella vita spirituale di tutti i giorni dei fedeli ortodossi, come testimonia Jakovos Bizaourtin, Igumeno del Monastero Asomaton Petraki, situato nel centro di Atene. In conclusione, osserva Sabino Chialà (esperto di teologia ortodossa del Monastero di Bose), riscoprire la dinamica positiva fra corpo, anima e spirito corrisponde a un’esigenza ben radicata nell’antropologia contemporanea, e quindi nell’esaltazione della “matericità” dell’essere umano e nel suo dinamismo: è come ritrovare – sulla scorta della plurisecolare concezione ed esperienza del mondo ortodosso – la “sinfonia del nostro essere, la sua armonia”.
Corpo, anima e spirito nella tradizione ortodossa
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