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Cultura ucraina e resistenza

Patrimonio artistico e archeologico per difendere l’identità nazionale

  • Keystone
  • 17.5.2024
  • 27 min
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  • Scienze umane e sociali
Di: Eleonora Vio

La parola “guerra” evoca immagini di morte, violenza e distruzione. Ma spesso, proprio a causa del suo impatto così estremo e doloroso, rischia di mettere in ombra altri aspetti.

L’aggressione su larga scala dell’Ucraina è iniziata, da parte russa, con una premessa culturale e l’incedere ripetuto di attacchi contro il suo patrimonio artistico e archeologico ha contribuito, negli anni, a dare credibilità e sostanza a questa tesi.

Da tempo, ormai, tanti in Ucraina si stanno organizzando per documentare e, in ultimo, portare di fronte alle corti internazionali quelli che, secondo la Convenzione dell’Aja del 1954, sono crimini di guerra a tutti gli effetti.

Tra loro, c’è il sergente-avvocato Vitaliy Tytych, che investiga ciascun attacco, come se avesse a che fare con una vera e propria scena del crimine; ma anche Damian Koropeckyj, che cerca di unire tutti i puntini e – tramite immagini satellitari – far comprendere quanto la manipolazione e la distruzione del patrimonio artistico vadano di pari passo con l’avanzamento delle truppe sul terreno.

Nella rosa di questo neonato movimento di resistenza culturale ucraino, c’è anche chi – come la Direttrice del Museo Letterario di Kharkiv, Tetyana Pylypchuk, o il Direttore del Museo Pedagogico di Kyiv, Oleh Steshuk – non passa giorno senza riportare a galla capitoli di storia sommersa e correnti artistiche dimenticate, che ricordano, però, quanto l’Ucraina, oggi, si distingua dalla Russia e quanto si sia lasciata alle spalle, nel suo tumultuoso percorso di auto-affermazione, il fantasma dell’Unione Sovietica.

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