Nell’inverno degli attacchi aerei sulle infrastrutture energetiche e dei ripetuti distacchi elettrici, l’Ucraina occidentale è il polmone che alimenta un paese sotto assedio. Lontano dalla prima linea e dai ripetuti attacchi di fine anno contro la capitale Kiev, la Bucovina diventa rifugio e luogo di transito dove misurare le diverse fasi della guerra. Incontriamo Halyna, emigrata da anni in Italia, che torna nel paese carica di emozioni e decisa ad aiutare la resistenza. Il dott. Pavliuk, direttore generale dell’ospedale pediatrico della capitale regionale Chernivtsi, costretto a fare i conti con i continui allarmi e l’afflusso di pazienti da altre zone del paese. Natalia, funzionario pubblico, moglie di un soldato da mesi al fronte, cui spetta il delicato compito di coordinare i rapporti tra l'amministrazione e i donatori internazionali, essenziali in questa fase. E poi c’è Israel, spagnolo dal volto sorridente dell’aiuto quotidiano, e Mikola, militare e sminatore da dieci mesi impegnato sul fronte del Donbass che si gode una breve licenza prima di tornare lungo la prima linea. Un racconto di viaggio, tra paure e speranze con la certezza diffusa che "l’Unica cosa positiva della guerra è quella di aver chiarito una volta per tutte il valore della nostra indipendenza".