John Carlos e Tommie Smith
Laser

Il pugno nero ai giochi olimpici

Intervista al velocista statunitense John Carlos

  • Keystone
  • 22.7.2024
  • 26 min
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  • Scienze umane e sociali
Di: Alessandro Bertellotti

È una delle foto più iconiche nella storia dei giochi olimpici. Il podio dei 200 metri maschili alle olimpiadi di Città del Messico 1968. Durante l’esecuzione dell’inno nazionale, dopo la consegna delle medaglie, il vincitore, lo statunitense Tommie Smith ed il connazionale John Carlos, giunto terzo, sollevarono il pugno guantato di nero, per sostenere la lotta dei diritti civili per gli afroamericani. Alla protesta partecipò anche il secondo classificato, l’australiano Peter Norman, indossando una spilla che sosteneva il movimento “progetto olimpico per i diritti umani”.

John Carlos, la cui “Autobiografia di una leggenda, i pugni olimpici che hanno cambiato il mondo” edizioni DeriveApprodi è stata pubblicata anche in italiano nel 2024, racconta il 16 ottobre 1968, giorno della gara, le sue sensazioni, la determinazione a lasciare un segno nella memoria collettiva, segno suggerito dalla frequentazione di due grandi attivisti per i diritti della comunità afroamericana, Malom X e Martin Luther King.

Una forma di protesta che ha avuto ripercussioni enormi per i tre protagonisti di quel podio. A lungo quel gesto è stato condannato da parte della società civile e dalle istituzioni sportive, ma allo stesso tempo i tre sono ancora oggi considerati un simbolo, degli eroi da chi sostiene le cause dei più deboli e da chi non ha voce.

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