Sigmund Freud (Wikipedia)
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L’interpretazione dei sogni

Sigmund Freud e la via per l’inconscio

  • 27.08.2012
  • Romano Giuffrida
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L’interpretazione dei sogni è la via regina per la conoscenza dell’inconscio, il fondamento più sicuro della psicanalisi”: aveva commentato così, Sigmund Freud, l’esito e il valore degli studi che lo avevano portato alla pubblicazione di “L’interpretazione dei sogni”, una delle sue opere capitali.
La Traumdeutung, questo il titolo originale, uscì nel novembre del 1899 ma, a tutti gli effetti, fu un’opera che inaugurò il nuovo secolo.
La scoperta del sogno come “linguaggio dell’inconscio”, l’intuizione che portò Freud a considerare il sogno l’espressione di un desiderio, la dichiarazione della dimensione sessuale di quel desiderio, furono, infatti, elementi dirompenti per la cultura dell’epoca e tracciarono una linea di demarcazione netta tra l’Ottocento e il Novecento. Non a caso, infatti, la critica scientifica e accademica ufficiali accolsero con ostilità lo studio dello psicanalista viennese: troppo “avanti” per una cultura a difesa del “noto” e della tradizione. Freud però non si fece mai intimorire dalle critiche, anzi: “L’interpretazione dei sogni” Freud l’ha sempre considerata l’opera nella quale convergevano le sue intuizioni più importanti; tanto che, salvo per l’apparato di note, il volume ha conosciuto ben otto ristampe con l’autore in vita (l’ultima nel 1930), senza mai subire modifiche –e ciò, nonostante l’evoluzione dei suoi studi che avrebbero potuto modificare in parte alcuni aspetti dell’opera. La psicanalista di formazione freudiana, allieva di Jaques Lacan, Marisa Fiumanò (direttrice della scuola di specializzazione per terapeuti “Laboratorio freudiano” di Milano), al microfono di Romano Giuffrida, esamina alcuni aspetti di questo fondamentale testo.

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