Dal 19 a 22 luglio 2001, a Genova, si svolge il summit del G8. Nelle stanze di palazzo Ducale sono presenti George Bush, Stati Uniti; Jean Chretien, Canada; Jacques Chirac, Francia; Gerhard Schröder, Germania; Toni Blair, Gran Bretagna; Vladimir Putin, Russia; Junichirō Koizumi, Giappone; Silvio Berlusconi, Italia.
Qualche mese prima, nel gennaio del 2001, a Porto Alegre, viene organizzato il primo Forum Sociale Mondiale, incontro tra movimenti della società civile che si oppongono alla globalizzazione dominante e al mercato che considera il denaro l’unica misura di riferimento.
Quel forum, nel luglio del 2001, si trasferisce a Genova, per lanciare dibattiti, sfilare per le strade, affermare un dissenso che deve restare pacifico. Sono presenti movimenti no-global, gruppi cattolici, pacifisti, liberi pensatori, Tute Bianche espressione del Laboratorio di Disobbedienza sociale, Reti ribelli, eccetera eccetera. A Genova arrivano anche i Black bloc.
Il dispiegamento di forze dell’ordine è impressionante. Viene delimitata una zona rossa, dentro la quale ci sono i potenti della terra.
Il 20 luglio inizia il finimondo: le manifestazioni degenerano. Durante gli scontri un giovane manifestante, Carlo Giuliani, 23 anni, viene ucciso da un colpo di pistola sparato da un carabiniere ausiliario. Qualcuno disse: “Morì un ragazzo, ammazzato dall’inesperienza di chi non aveva mai sperimentato una situazione di ordine pubblico. Morì un giovane che stava protestando contro un mondo che non riconosceva”.
Genova 2001 fu anche le torture alla caserma di Bolzaneto e la mattanza alla scuola Diaz. Lo stato di diritto, in quei giorni di luglio a Genova, venne sospeso.
Questo lavoro ricostruisce con Elena Giuliani, sorella di Carlo, e Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa social forum, il caldo di quel luglio a Genova. Parallelamente, una voce ricostruisce un viaggio dal Ticino, nato per manifestare un dissenso pacifico, e sfociato in un’esperienza che non aveva precedenti.
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703609