Woke è una parola inglese che negli ultimi tempi viene sempre più utilizzata anche in Europa. Significa “sveglio” e indica il movimento con cui oggi vengono identificati i promotori delle lotte contro le discriminazioni sociali, i nemici del razzismo, quelli che si battono contro la violenza sulle donne e contro le divisioni di genere. Insieme al politicamente corretto e alla cancel culture, caratterizza il clima culturale delle società avanzate. Ma se nessuno può negare l’importanza di assicurare a tutti pari diritti e pari opportunità, cresce il numero di quelli che manifestano alcune perplessità, temendo l’instaurarsi di una nuova censura. Il politologo progressista americano Yascha Mounk ha pubblicato un libro intitolato The Identity Trap, in cui spiega come la democrazia sia minacciata dalla «trappola identitaria». Sui problemi del politically correct discutono in questa edizione di Laser Alessandro Chetta, che ha appena pubblicato Woke. I nuovi bigotti. Il politicamente corretto come religione laica, e Annalisa Ambrosio, direttrice didattica di Academy, il corso di laurea triennale in scrittura della Scuola Holden, che sta pubblicando un libro sul modificarsi dell’esperienza dell’amore.
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