In occasione del centesimo anniversario della nascita ricordiamo il celebre italianista Padre Giovanni Pozzi, tra i più autorevoli specialisti della letteratura barocca. Nato a Locarno il 20 agosto 1923, dopo gli studi all’Università di Friburgo con Gianfranco Contini e Giuseppe Billanovich, occupò per un trentennio la cattedra di letteratura italiana nello stesso ateneo. Il suo magistero è poi proseguito in forme diverse a Lugano, fra il convento e la Biblioteca Salita dei Frati. La ricerca scientifica di Padre Pozzi ha privilegiato alcuni settori della critica letteraria: la letteratura umanistica, il barocco, la “topologia” (lo studio dei cosiddetti luoghi comuni), la linguistica, lo strutturalismo, la semiologia, i rapporti tra testo e immagine, la letteratura mistica e la didattica dell’italiano. Ha curato la monumentale edizione dell’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna. Tra le sue pubblicazioni, fondamentali le edizioni critiche e commentate delle "Dicerie sacre e della Strage degli Innocenti" di Giovan Battista Marino, pubblicate presso Einaudi e dell'"Adone", edito per i Classici Mondadori. Ha inoltre dato alle stampe molteplici saggi per Adelphi: "La parola dipinta; Sull'orlo del visibile parlare"; "Alternatim"; "Tacet". Negli ultimi anni si è dedicato allo studio della scrittura di alcune mistiche italiane nell’antologia "Scrittrici mistiche italiane", curata con Claudio Leonardi e nei volumi "Le parole dell’estasi", il "Libro dell’esperienza" della beata Angela da Foligno (entrambi da Adelphi), oltre a "Grammatica e retorica dei santi", presso le edizioni Vita e pensiero. Ne abbiamo parlato con alcuni studiosi intervenuti al convegno internazionale di studi "La costanza del risultato, l’ardimento dell’interpretazione" che si è svolto recentemente all’Università della Svizzera italiana e alla Biblioteca Salita dei Frati.
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