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Un capocomico geniale

Intervista a Carlo Cecchi

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Un capocomico geniale





Nato a Firenze nel 1942, Carlo Cecchi frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e una volta diplomato entra a far parte della compagnia di Eduardo De Filippo, che però lascia dopo pochi mesi. Nel 1968 debutta come attore nell’allestimento di un testo di Dacia Maraini. L’anno successivo firma un’emozionante messinscena del Woyzeck di Büchner, nella quale si coglie l’influsso del Living Theatre. Nel 1971 è cofondatore della cooperativa Granteatro (nome ironicamente e polemicamente contrapposto a quello del Piccolo Teatro di Milano) e inscena Le statue movili di Antonio Petito e Il bagno di Vladimir Majakovskij: due spettacoli che contaminando con straordinaria efficacia teatro popolare partenopeo e avanguardie novecentesche fanno di Carlo Cecchi una delle figure di maggior rilievo del teatro italiano: un rilievo che Cecchi ha mantenuto fino a oggi inscenando classici del passato (Molière, Shakespeare, Cechov, Strindberg), della prima metà del Novecento (Majakovskij, Brecht, Pirandello) e del secondo dopoguerra (Pinter, Beckett, Bernhard). Attore e regista di grande intelligenza, sensibilità e cultura, Carlo Cecchi ha fama di personaggio scostante, umorale, che concede rarissime interviste. Giovanni Fattorini lo ha incontrato a Milano.

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