Dieci anni fa, il 7 gennaio 2015, due affiliati di Al-Qaeda sterminarono la redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, dopo la pubblicazione di alcune vignette su Maometto. In qualche misura fu anche la tragica conseguenza di uno scontro tra culture; infatti l’orientalista Paolo Branca ha mostrato nei suoi libri come la civiltà islamica sia capace di leggerezza e ironia, ma non in ambito religioso. In Occidente l’attentato fu seguito da imponenti manifestazioni a sostegno della libertà di espressione, con lo slogan «Je suis Charlie», ma aprì anche una stagione di profonde trasformazioni per la satira, come spiega il disegnatore Andrea Bozzo. In questi anni sono cambiati gli autori, sono emersi nuovi canali di diffusione (a cominciare dai social), ma soprattutto è cambiata la società; nuove sensibilità all’insegna del politicamente corretto circoscrivono la possibilità di trattare alcuni argomenti, non solo religiosi, secondo Davide Piacenza. La satira contemporanea è dunque alla ricerca di nuove forme espressive, nuovi temi e nuovi limiti (posto che siano possibili) per definire il proprio campo d’azione.
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