L’attentato contro Charlie Hebdo, avvenuto il 7 gennaio 2015, rappresenta un fatto inedito che ha cambiato tutto, e ha reso Charlie Hebdo “un simbolo della libertà di espressione e della lotta al terrorismo” (Christian Delporte professore di Storia contemporanea all’Università di Versailles Saint-Quentin-en-Yvelines, autore del libro Charlie Hebdo. La folle histoire d’un journal pas comme les autres, Flammarion, 2020).
A dieci anni dall’attentato esce in Francia il libro Charlie Liberté, quasi un diario tra fotografie di redazione e vignette. Un libro che inizia semplicemente con il nome di 8 scomparsi: “Cabu, Elsa Cayat, Charb, Honoré, Bernard Maris, Mustapha Ourrad, Tignous, Wolanski ci mancate”. Il libro vuole conservare la memoria della “loro gioia di essere liberi”, gioia che guida ancora oggi Charlie Hebdo, nonostante quel 7 gennaio 2015 quando, in un minuto e quarantanove secondi, i fratelli jihadisti Cherif e Said Kouachi hanno assaltato armati la redazione del giornale satirico a Parigi, uccidendo 12 persone. Il 7 gennaio del 2015 per la prima volta in Francia, in un paese democratico, un giornale, Charlie Hebdo, è stato attaccato.
“È stato un attentato politico ma i terroristi non hanno ucciso Charlie Hebdo”, ribadisce al microfono di Sabrina Pisu il caporedattore Gérard Biard, scortato dalla polizia, sfuggito all’attentato perché quel 7 gennaio era a Londra. Il diritto alla caricatura e il diritto al blasfemo, intanto, sono messi in discussione. Dopo una polemica, nel 2019 The New York Times ha deciso di non pubblicare più caricature. Lo scorso anno la Danimarca ha reintrodotto il reato di blasfemia. Charlie Hebdo continua a difendere la libertà e laicità di pensiero, nonostante le minacce continuino, anche di morte, costretti a lavorare in una redazione segreta, che assomiglia a un bunker, protetta da 85 agenti di polizia e sei porte blindate.
A dieci anni dagli attentati che hanno gettato nel lutto la redazione di Charlie Hebdo, in questo libro Charlie Liberté vengono riportati alla luce i ritratti e le carriere dei vignettisti e dei redattori morti. Vengono presentate e spiegate le opere di Cabu, Charb, Honoré, Tignous, Wolinski, Elsa Cayat e Bernard Maris.
Charlie Hebdo non è stato ucciso
Laser 05.12.2024, 09:00
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