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OnlyFans, tra Monti e Tsunami

Melba Monti e Tami Tsunami: due content creator della piattaforma social, due esordi simili, due parabole (quasi) opposte. Le loro storie a confronto

  • Ieri, 15:18
  • 2 ore fa
Tami Tsunami

Tami Tsunami

  • RSI
Di: Alessandro Chiara 

Prima di diventare una piattaforma globale, con milioni di creatrici e creatori di contenuti e centinaia di milioni di abbonati, OnlyFans era solo un’idea imprenditoriale di nicchia nella mente del rampollo di una famiglia di banchieri britannici.

Il fetish di nicchia che scardina il mondo del porno (ovvero la storia di OnlyFans) 

Timothy Stokely voleva avviare un sito fetish chiamato Glam Worship, dedicato alla pratica della financial domination (findom), un ambito in cui la dominazione sessuale si esercita cedendo a qualcun altro il controllo del proprio denaro.

Timothy non ebbe solo l’idea, la mise anche tecnicamente in pratica, prendendo contatti e realizzando il primo video con l’attrice e modella britannica Dannii Harwood, la “creator 0” della futura piattaforma OnlyFans (Harwood ha ricordato il loro primo incontro nel settimo episodio di un podcast del Financial Times che vi consiglio di ascoltare, Hot money).

I primi passi del giovane Stokely furono piuttosto traballanti, ma da quel nucleo originario e grazie al sostegno finanziario del padre, Timothy fondò qualche tempo dopo, nel 2016, OnlyFans.

Un social network che metteva al centro l’interazione – solo virtuale – tra spettatore e performer e che permetteva a questi ultimi di realizzare contenuti altamente personalizzati, assecondando le richieste degli stessi fan, ovviamente a pagamento.

Quello che forse Timothy non si sarebbe aspettato è che la piattaforma avrebbe stravolto il modello di business della pornografia tradizionale, basato sulle case di produzione di contenuti per adulti e su un’offerta varia ma omogenea.

02:57

Tami Tsunami

Cliché 14.03.2025, 21:55

  • RSI

Dalla pandemia in poi, la piattaforma ha attirato un numero crescente di creator e oggi ne conta oltre tre milioni (fonte OnlyFans). Non c’è solo pornografia, anche se la stragrande maggioranza dell’offerta si concentra sui contenuti per adulti, a dispetto delle promesse di diversificazione del neoproprietario della piattaforma Leonid Radvinsky, che l’ha acquistata da Stokely nel 2018.

Tra esibizionismo e promesse di guadagno

“Facevo la segretaria”. “Facevo la barista”. Tami Tsunami e Melba Monti condividono alcuni tratti del percorso che le ha portate a essere delle content creator di OnlyFans.

Entrambe avevano un lavoro normale, entrambe in forma diversa un’inclinazione a esibirsi: “quando ero piccola avevo iniziato a fare musica” – ci dice Tami – “il mondo dell’intrattenimento non mi è nuovo. Ma guardavo alla musica come qualcosa con cui non sarei mai potuta riuscire a portare il pane a casa e la mia priorità era aiutare mia mamma. Quindi l’ho accantonata: sognare costa, da dove vengo io”.

Poi è arrivata la pandemia: “avevamo molto più tempo, e ho iniziato come camgirl, una figura che attraverso foto o video ti intrattiene”. Quando la sua community è cresciuta, Tami è approdata su OnlyFans.

Melba ci è invece arrivata su suggerimento di un amico. “A me piace essere guardata, essere al centro dell’attenzione, ma non posso dire che il guadagno non mi interessasse”.

Le cifre variano perché gli abbonati variano. I primi creator a livello mondiale incassano milioni o decine di milioni all’anno (franchi, euro, dollari poco importa per capire l’ordine di grandezza), nel nostro caso parliamo di cifre minori ma dell’ordine di decine di migliaia di euro al mese.

01:39

Melba Monti

Cliché 17.04.2025, 11:14

  • Cliché, web only

Tami e Melba offrono contenuti pornografici (con un percorso che si è differenziato e che scopriremo tra poco). Questo le sottopone a un’ondata di giudizi anche molto duri e profilati. La prima accusa è quella di darsi alla prostituzione.

“Capisco che per tante persone OF sia sinonimo di prostituzione” – ammette Melba, che però ha in più occasioni sottolineato la differenza tra vendere il proprio corpo e vendere l’immagine del proprio corpo: “per me è una differenza fondamentale, io non riuscirei a farmi toccare. Non è una cosa che mi è mai interessata, so di non essere portata per questo”.

“Anche quando hai un carattere forte, queste cose ti arrivano”, confessa Tami, “però nel mio piccolo sento di essere una brava persona. Aiuto la mia famiglia con il mio lavoro. Ho comunque un compagno con il quale sto insieme da tantissimi anni [e con il quale realizza dei video, N.d.R.]”.

In ogni caso l’interazione che OnlyFans permette di promuovere tra creator e fan è solo virtuale e la sua policy – pena ammonimenti prima e cancellazione del profilo poi – è molto restrittiva (non si possono condividere contatti, posizioni, non si possono neppure usare parole vagamente ambigue).    

Un trampolino o una trappola? Due parabole divergenti

Pur partendo da premesse in parte comuni, Tami e Melba sono arrivate oggi a un punto quasi opposto nella loro carriera di creatrici di contenuti. “Io sono sostanzialmente un’imprenditrice”, sostiene Tami, “sono riuscita a creare una community molto forte proprio perché probabilmente do quella cosa in più. Non si tratta solo di mettere lì la telecamera e fare la stupidina, l’ochetta”. Gli abbonati sono “clienti” da gestire: “come posso accontentarli?”.  

Tami sta impiegando la popolarità che ha guadagnato sinora per rilanciare la sua carriera musicale (ne è un esempio il singolo “Dura”, con la partecipazione di Guè) e ci sono in cantiere altri progetti di cui non è autorizzata a parlare ora. 

Melba invece ha scelto di ridurre la sua attività sulla piattaforma: “Ho sempre fatto tutto io, montato i video e gestito le chat. Stavo 10-12 ore al telefono nel momento del mio boom. Anche quando ero in vacanza, dovevo rispondere ai messaggi in continuazione, controllare cosa mi chiedevano. Stava diventando un’ossessione. Se sei al telefono, quando hai un minuto libero non ti viene neanche quasi più di alzarti”. Compensa le entrate mancanti lavorando come ragazza immagine.

Ma un’altra circostanza ha inciso in maniera più intima sulla sua decisione: “ho visto cose che mi hanno fatto perdere la fiducia nel genere umano, tante cose brutte. Ho sempre immaginato che ci sia gente che tradisce dalla mattina alla sera, non sono ingenua, ma non pensavo così tanto e non pensavo a certi livelli. Non so se vorrò, non dico sposarmi, ma nemmeno stare stabilmente con una persona”.

Tami ha uno sguardo quasi opposto sull’umanità che ha incontrato virtualmente: “ho iniziato ad avere una visione diversa della vita, delle persone. Ho iniziato ad arricchirmi mentalmente. Entro letteralmente nella vita e nella quotidianità dei miei fan e mi sono resa conto che ognuno ha le proprie debolezze, il proprio percorso. Non sono dei depravati solo perché fruiscono di contenuti per adulti. Sono persone normalissime. Chi sono io per giudicare?”.  

52:05

Casa

Cliché 18.04.2025, 21:45

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