Intervista

Tami Tsunami: “Contenuti per adulti? Per me è solo un vanto”

Faceva la segretaria, oggi è una delle onlyfanser italiane più famose - Ma non tutte guadagnano come lei (e non è tutto oro quello che luccica) - Le spiegazioni dell’esperta

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Tami Tsunami 

RSI Info 11.03.2025, 09:00

  • RSI
Di: Cliché/Massimiliano Angeli 

“So cosa stai pensando… Ti ho mai fatto perdere il sonno?”. Oltre al corpo esibito, agli sguardi da diva di Hollywood, ai tatuaggi, alla posa da rapper dura... c’è di più. Tanto che Tami Tsunami, famosa per essere una delle content creator italiane di OnlyFans più gettonate, può vantare, tra l’altro, anche un passaggio nel mondo discografico (con il brano “Dura”, al fianco di Guè). E lei, la superdiva della piattaforma a luci rosse, parla di sé - e del suo mondo fatto di contenuti per adulti - con estrema naturalezza, anche davanti alle telecamere della RSI, per il programma Cliché di Lorenzo Buccella.

“Facevo la segretaria”, racconta. È il COVID-19 che “contribuisce” a dare una svolta alla sua vita, perché in quel periodo, ricorda, “un po’ tutti avevamo molto più tempo a disposizione… così ho iniziato come camgirl, quella figura alla quale puoi rivolgerti attraverso video, foto… e che ti intrattiene”.

Il passaggio successivo? Un profilo sulla piattaforma OnlyFans (che proprio durante i lockdown, le chiusure imposte dalla Pandemia, ha visto un boom sia di creator che di utenti, cresciuti esponenzialmente dal 2020). Una piattaforma, nata nel 2016 e oggi perlopiù completamente orientata sulle luci rosse, che permette di guadagnare (ma solo per alcune/alcuni anche tanto, tanto denaro) pubblicando contenuti hot. ”Ho iniziato a sentir parlare di OnlyFans… una piattaforma che apri quando inizi ad avere proprio il tuo bacino di fan, la tua community. E ho detto, perché no?”.

Sguardo profondo, modi e voce decisa, Tami Tsunami, classe 1992, cresciuta tra i caseggiati di un quartiere popolare di Milano (il Forlanini), tratteggia quello che fa davanti alle telecamere di Cliché: crea contenuti per adulti. Sottolinea però, al tempo stesso, la sua capacità di creare anche format diversi, divertenti, ai quali “i miei fan si affezionano… Per esempio faccio recensioni settimanali sui film, sulle serie tv...”. A modo suo, certo. Un modo che piace, evidentemente, visto il successo che riscuote il suo profilo.

Tra dieci anni mi vedo serena, felice del mio passato

Tami Tsunami, content creator per adulti

“Devi saper fare intrattenimento!”. Afferma in modo assertivo. “Io sono riuscita, fortunatamente, a creare una community molto forte, proprio perché, probabilmente, do quella cosa in più… non è solo il fatto che accendo la telecamera e faccio un po’ la stupidina, l’ochetta”. “Spesso creo contenuti personalizzati, video dove il fan mi dice che gli piacerebbe sentirmi dire la tal cosa o che gli piacerebbe vedermi in una certe veste: quella della sua capa… della segretaria che lavora per lui. Vogliono immedesimarsi… Devi letteralmente gestire queste cose come un’azienda, tutti i giorni”.

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Tami Tsunami

Tami Tsunami dichiara di dovere molto a questo settore delle luci rosse, “nel senso che ho iniziato ad avere una visione della vita diversa delle persone. Non tutti abbiamo lo stesso percorso di vita, non c’è un libretto delle istruzioni per tutti”. Ma come si immagina tra 10 anni? “Tra dieci anni mi vedo serena, felice del mio passato. Questo è un punto fermo per me. Quello che sto facendo adesso, per quanto riguarda i contenuti per adulti, per me è solo un vanto”.

L’esperta: “Quello che gli utenti di OnlyFans pagano è l’illusione dell’intimità personalizzata”

Ma qual è il rovescio della medaglia di mettersi a nudo su OnlyFans? Lo abbiamo chiesto a Eleonora Benecchi, docente e ricercatrice all’Istituto Media e giornalismo dell’USI. “Esporsi online legando la propria immagine alla sessualità può portare a essere giudicati o stigmatizzati, con conseguenze negative sulla vita sociale e lavorativa, soprattutto per le ragazze più giovani. Spesso l’idea di essere libere e autonome online si scontra con la realtà del controllo algoritmico e dell’instabilità economica: le piattaforme possono decidere di bloccare o silenziare i profili in qualsiasi momento, e i guadagni non sono sempre stabili”, spiega. Inoltre, sottolinea la docente, costruire relazioni emotive con gli utenti e vivere costantemente sotto i riflettori può diventare faticoso, causando stress, ansia da prestazione e burnout, soprattutto per chi è più giovane e non ha ancora imparato a gestire l’esposizione pubblica.

La motivazione economica è sicuramente centrale, ma non è l’unico fattore, spiega Benecchi. Molte/i creator raccontano anche un desiderio di autodeterminazione, controllo sulla propria rappresentazione corporea e autonomia lavorativa. Tuttavia, l’idea di guadagni facili è spesso una narrazione illusoria e diseguale. Non tutti riescono a monetizzare con successo: solo una piccola percentuale dei creator guadagna somme significative, mentre la maggioranza resta su livelli bassi. La “micro-fama” promessa dalla piattaforma è in molti casi una bolla, che può scoppiare facilmente. Il rischio è che, nel lungo periodo, chi oggi è attratto dalla promessa di monetizzazione del Sé si ritrovi con una reputazione compromessa e nessuna garanzia professionale o previdenziale.

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Eleonora Benecchi

  • RSI

In ogni caso i contenuti sessuali espliciti non sono quelli che fanno guadagnare di più su OnlyFans - sottolinea Benecchi. La pornografia online è disponibile gratuitamente. Quello che gli utenti di OnlyFans pagano è l’illusione dell’intimità personalizzata. Si vendono l’autenticità e la connessione, non solo l’atto erotico o sessuale.

I dati dicono che OnlyFans continua ad avere una base utenti molto ampia, con milioni di iscrizioni mensili, sottolinea la professoressa. C’è però una crisi di identità strategica della piattaforma: da un lato, vuole espandersi verso contenuti più “legittimi” e commerciali; dall’altro, rischia di perdere la propria base originale di utenti e creator legati alla sfera erotica e sessuale.

OnlyFans: i numeri della piattaforma e il mito del guadagno (c’è ma non per tutti)

La storia di OnlyFans è piuttosto recente: nasce nel 2016 come una piattaforma per la monetizzazione dei contenuti digitali, pensata originariamente per un’ampia gamma di creator come chef, artisti, performer e con un funzionamento simile a Instagram o X, ma su base a pagamento Il vero punto di svolta è stato il lockdown del 2020, quando le sex workers hanno iniziato a utilizzarla in massa, rendendola rapidamente sinonimo di contenuti erotici e sessualmente espliciti.

Secondo i dati pubblicati da Eurispes (ente privato italiano che si occupa anche di studi economici e sociali) “a novembre 2020, in 12 mesi, la società ha registrato entrate per 400 milioni di dollari, con una crescita del 540% rispetto all’anno precedente”. E registra introiti in crescita del 20% anno su anno. Il quotidiano Il Sole 24Ore parla di 150 milioni di iscritti.

Sempre secondo i dati raccolti da Eurispes nel 2024, il pubblico (fans o follower) di OnlyFans che paga un abbonamento è composto per l’80% da uomini e per il 20% da donne; per contro i creatori di contenuti (creators) sono per la maggior parte giovani donne. La piattaforma trattiene il 20% del guadagno di ogni creator. Non è tutto oro quello che luccica: solo l’1% dei creators guadagna cifre tra 20’000 e 40’000 franchi mensili, il 10% incassa 1’000 franchi al mese. La media? 150 franchi al mese.

51:41

Gioco

Cliché 14.03.2025, 21:55

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