Già Platone nella “Repubblica” critica la natura caotica della democrazia, auspicando invece un “governo dei migliori”, ovvero dei sapienti. Nel pensiero del filosofo greco l’opinione e il consenso popolare si nutrono di ombre, mentre la competenza sarebbe il vero fondamento della politica, come spiega Franco Trabattoni, storico del pensiero antico.
Il tema ha attraversato tutte le epoche; anche il recente coinvolgimento di Elon Musk nella campagna elettorale e nel futuro governo statunitense pone in forma nuova l’eterna questione della tecnocrazia, ovvero un sistema di governo nel quale molte decisioni importanti sono prese da esperti, tecnici o professionisti piuttosto che da politici eletti. Ai vantaggi corrispondono altrettanti problemi. Infatti anche quando approda a una maggiore efficienza una visione tecnocratica sottopone a continue tensioni le società democratiche, perché toglie spazio al consenso e alla delega, limitando la stessa legittimità della vita pubblica. Con due studiosi di politica, Giorgia Serughetti e Gabriele Segre, cercheremo di trovare un punto d’equilibrio tra queste spinte opposte.
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