Prima ancora di avere un proprio Stato, gli ebrei emigrati nella Palestina ottomana, provenienti da ogni angolo del mondo, hanno trovato un centro unificante nel recupero dell’antica lingua sacra della Bibbia, e hanno riportato l’ebraico da lingua liturgica a strumento moderno di comunicazione. Su questa base, e sulla condivisione della memoria della diaspora e dell’Olocausto, il popolo ebraico ha creato le prime basi per una cultura unitaria dello Stato di Israele. È un fenomeno complesso, controverso, e tuttora in fase di sviluppo, ma che non sarebbe stato possibile senza un repertorio musicale popolare: la canzone israeliana in lingua ebraica è legata a doppio filo al tentativo di uno Stato giovanissimo di agganciarsi ad un passato che non ha eguali nella storia delle culture. Pur nell’enormità del tema, Paolo Borgonovo ha raccolto qualche suggestione per farci avvicinare a un mondo così lontano e al contempo così vicino: cinque puntate che esplorano alcuni temi della canzone israeliana, dalle origini a oggi.
Oggi più che mai, Israele vive di una serie infinita di contrasti irrisolti: arcaismi e modernità, Oriente e Occidente, tolleranza ed esclusione, laicità e religiosità, culto della memoria e edonismo spensierato. Di queste e di tante altre dicotomie non è certo possibile tracciare una sintesi semplicistica. Ne raccogliamo soltanto qualche eco nell’ultima puntata della serie dedicata da Paolo Borgonovo alla storia della canzone israeliana, oggi rivolta tutta al presente.
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