Se le sorgenti del grande fiume africano rimangono ancora in parte tema di dibattito (negli anni 30 del secolo scorso un esploratore tedesco le identificò nelle montagne del Burundi) di certo sappiamo che il maggior corso d’acqua al mondo si forma dall’incontro di due grandi affluenti, il Nilo bianco che nasce dal lago Vittoria, il più grande del continente nero, e il Nilo azzurro che sorge dal lago Tana nelle alture dell’Etiopia. I due corsi d’acqua convergono in Sudan, nella capitale Kartum, formando quello che gli Egizi chiamavano Iteru (grande fiume) e il cui attuale nome, a seconda delle fonti, deriverebbe o dal greco neilos (valle del fiume) o dalla parola persiana nila ossia indaco. Il Nilo attraversa parte del continente, ma attraversa soprattutto millenni di storia come nel caso di quella che è una delle prime grandi civiltà in assoluto. La grande storia egizia, conclusasi in sostanza con la conquista di Alessandro Magno nel 332 a.C, (anche se formalmente con la morte di Cleopatra VII) ha mantenuto per 3000 anni canoni in gran parte inalterati. Una cultura strettamente legata proprio al fiume che con il suo limo (kemet, terra fertile, contrapposto a desheret, terra arida) arricchiva i terreni con i minerali essenziali. Gli egizi credevano che il Nilo nascesse in cielo: il fiume spesso viene presentato come dono del dio Knum, l’ariete.