Oggi, la storia
Lunedì 11 aprile 2016 - 07:05
A fine febbraio si è votato su un tema altamente dibattuto: il raddoppio della galleria del Gottardo. In Svizzera, un paese la cui geografia è marcata dalla presenza ingombrante del massiccio alpino, ogni qualvolta si parla di traffici transalpini non si può non pensare alla loro storia di longa durata e – in particolare – alla prima grande traversata delle Alpi, quella del cartaginese Annibale coi suoi trentasette elefanti.
Il tema è di nuovo alla ribalta nei media perché un gruppo di ricercatori dell’università di Toronto sarebbe riuscito a individuare l’esatto percorso dell’esercito cartaginese attraverso le Alpi francesi, e questo grazie al ritrovamento di escrementi animali datati intorno al 200 avanti Cristo. L’équipe di archeologi ha infatti individuato sul Col de la Traversette i resti lasciati indietro da numerosi cavalli e da bestie da soma (si parla nel caso di Annibale di più di 15'000 animali), con molta probabilità quelli che nel 218 avanti Cristo avevano accompagnato i 38'000 soldati di Annibale nella spedizione che li avrebbe portati in Italia.
Ricordiamo il contesto: nel terzo secolo avanti Cristo due grandi potenze si affacciano sul Mediterraneo, Roma e Cartagine (antica città tunisina situata vicino all’odierna Tunisi). In tre guerre, chiamate guerre puniche, Roma riesce a imporsi come potenza dominante nel Mediterraneo e a controllare anche l’Egeo e il Mar Nero.
I personaggi centrali della seconda guerra punica, che si svolse tra il 218 e il 202 avanti Cristo, furono il cartaginese Annibale e il suo acerrimo nemico Publio Cornelio Scipione, detto l’Africano, comandante degli eserciti romani. Partendo dalla Spagna, dove i cartaginesi riuscirono a conquistare la città romana di Sagunto (nell’odierna provincia di Valencia), Annibale si spostò verso la Francia meridionale e da lì decise di passare le Alpi per sorprendere l’esercito romano nella pianura padana. Malgrado l’abile manovra, dopo una lunga guerra, i romani riuscirono a sconfiggere definitivamente i cartaginesi nella battaglia di Zama, mettendo così fine alle ostilità.
La scoperta degli studiosi canadesi, oltre a mettere un po’ di chiarezza in un dibattitto che si trascinava da anni tra gli addetti ai lavori intorno al possibile percorso di Annibale attraverso le Alpi, ci riporta ad un’epoca della storia d’Europa in cui il Mediterraneo era ancora il fulcro dei traffici (di merci, ma anche di cultura) di un’Europa del sud positivamente proiettata verso l’Africa, e di un’Africa ancora in grado di essere un partner paritario nella gestione dello spazio mediterraneo.