
Oggi la storia 04.09.14
Oggi, la storia 04.09.2014, 08:48
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Era molto euforico l’imperatore di Germania Guglielmo II il 4 settembre 1914. Da trentacinque giorni la Germania era in guerra contro la Francia, la Russia e la Gran Bretagna. L’esercito tedesco aveva iniziato l’offensiva contro la Francia invadendo il Lussemburgo e il Belgio, paesi neutrali, col proposito di conquistare Parigi in poche settimane, come aveva fatto nel 1870. La vittoria pareva prossima: il 2 settembre, il governo francese era fuggito dalla capitale, seguito da migliaia di parigini in preda al panico. “E’ il trentacinquesimo giorno … siamo a cinquanta chilometri da Parigi”, disse il kaiser entusiasta a una delegazione di ministri che si era recata a visitarlo nel suo quartiere generale in Lussemburgo il 4 settembre di cento anni fa. Per il kaiser, la vittoria era a portata di mano. Nello stesso giorno, un professore francese di una regione esposta all’invasione tedesca, annotava: “I tedeschi avanzano … Il terrore che essi causano al loro passaggio si espande a macchia d’olio e tocca l’intera regione ... Guardo coloro che resteranno al villaggio e terranno duro … ecco che cosa vedo: persone che restano … decise a morire piuttosto che abbandonare le loro case.” Anche se esagerate dalla propaganda nemica, le atrocità tedesche contro civili inermi, donne, bambini e anziani furono reali. Circa 6000 civili belgi e circa 500 civili francesi furono fucilati, migliaia di case incendiate, così come i tedeschi diedero alle fiamme l’antica università di Lovanio e la sua biblioteca di preziosi incunaboli. Per i tedeschi, l’uso del terrore era legittimo per giungere rapidamente alla vittoria. Ma le atrocità valsero solo a far guadagnare ai tedeschi il marchio di moderni Unni, di barbari feroci, mentre contribuirono a rafforzare lo spirito di resistenza dei francesi. Approfittando di errori tattici dei comandi tedeschi, fra il 5 e il 13 settembre i francesi, coadiuvati dalle truppe britanniche, arrestarono l’avanzata del nemico sulla Marna, costringendolo a ritirarsi. Parigi fu salva, mentre la Germania perse per sempre l’occasione di una rapida vittoria. Si parlò allora di un “miracolo della Marna”. Ma non avvenne nulla di miracoloso. La battaglia della Marna fu una carneficina, con circa 100.000 morti su ciascuno dei due fronti. Invece iniziò allora qualcosa di imprevisto e di mostruoso: la guerra di trincea, destinata a durare sul fronte occidentale quattro anni senza né vinti né vincitori, con un’ecatombe di milioni di morti.
Emilio Gentile